Sul posto di lavoro ci si ammala quasi 500 le infezioni da Coronavirus

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Martedì 26 Gennaio 2021, 05:01
IL RAPPORTO
Sono state quasi cinquecento le infezioni da Coronavirus contratte sul posto di lavoro in provincia di Latina nel 2020. Lo dicono i dati del rapporto presentato dalla Uil che specifica come 273 donne e 214 uomini (per un totale di 487 casi) da gennaio a dicembre hanno denunciato all'Inail di essersi ammalati di Covid lavorando.
ETÀ A RISCHIO
La fascia di età più esposta è stata quella tra i 50 e i 64 anni, con 210 casi, seguita da quella tra i 35 e i 49 anni, con 179 denunce. Tra i lavoratori e le lavoratrici under 34 anni le infezioni censite sono state 90, soltanto otto tra gli over 64. Due gli esiti mortali.
«Il settore della sanità e dell'assistenza sociale, con ospedali, case di cura e di riposo, residenze per anziani, è stato quello più esposto alle infezioni spiega il segretario della Uil di Latina Luigi Garullo e la seconda ondata è andata ad aggravare una situazione già difficile. Con il 6,6 per cento dei casi di tutto il Lazio, infatti, il territorio pontino, dopo Roma, è il secondo per numero di denunce di questa specifica tipologia di infortunio».
A preoccupare sono gli ultimi mesi dell'anno, quando la provincia di Latina ha fatto registrare un incremento preoccupante delle denunce di infortuni covid: «Basti pensare spiega il segretario della Uil - che da inizio 2020 fino a ottobre, erano state 126 le segnalazioni raccolte dall'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, mentre a novembre erano 302. Dal penultimo all'ultimo mese dello scorso anno abbiamo quindi registrato un preoccupante più 185 casi».
NUMERI PREOCCUPANTI
L'evolversi dell'emergenza preoccupa: «Solo a novembre e dicembre si sono registrati numeri 3 volte superiori per infortuni covid sul lavoro, che nei 10 mesi precedenti. Bisogna prestare la massima attenzione su questa situazione. Va detto che ovviamente la stragrande maggioranza dei contagi avviene al di fuori dei posti di lavoro, ma la problematica va monitorata». E non solo quella: «Il tema della sicurezza sul posto di lavoro va vista molto più ampliamente. Nei primi 10 mesi del 2020 ci sono stati 1.036 infortuni con esito mortale in Italia, quindi bisogna fare un salto culturale cominciando dalla scuola».
Uno spiraglio potrebbe arrivare dalla campagna vaccinale, «ma abbiamo davanti mesi ancora difficili, nei quali faremo i conti con restrizioni, distanziamento e comportamenti personali scrupolosi. Resta però un monito: quanto accaduto ai lavoratori e alle lavoratrici del nostro come degli altri territori del Paese, dimostra quanto sia fondamentale tutelare la salute e la sicurezza delle persone. Tema su cui continueremo a mantenere alta l'attenzione», conclude Luigi Garullo.
Francesca Balestrieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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