Il cimitero degli orrori, processo al via: tra le parti civili una donna costretta a prostituirsi

Il cimitero degli orrori, processo al via: tra le parti civili una donna costretta a prostituirsi
di Elena Ganelli
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Giovedì 8 Settembre 2022, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Ci sono quattro soggetti che chiedono la costituzione di parte civile nel processo per la gestione del cimitero di Sezze che ha portato a marzo 2021 all'emissione di undici misure cautelari e all'iscrizione di altre 18 persone nel registro degli indagati. Le istanze sono state presentate ieri nel corso dell'udienza preliminare davanti al gup Giorgia Castriota, chiamata a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio dei 29 indagati presentata dai sostituti procuratori Carlo Lasperanza e Valerio De Luca, titolari dell'inchiesta denominata Omnia 2'.
Una mancata notifica ha costretto il giudice a rinviare al 20 dicembre prossimo ma alcuni legali hanno depositato richieste per essere riconosciute come soggetti offesi: si tratta del Comune di Sezze, dell'associazione Caponnetto', di un cittadino setino i cui cari sono sepolti nell'ipogeo e di una donna, anche lei di Sezze. Quest'ultima, 32 anni, avrebbe avuto rapporti sessuali a pagamento all'interno dell'abitazione di Fausto Castaldi, ex custode del cimitero e principale indagato, vicenda nella quale si è trovata coinvolta si legge nella costituzione di parte civile trovandosi all'epoca in estreme difficoltà economica. Gli episodi contenuti nel capo di imputazione rappresentano il culmine di un rapporto di totale sudditanza nei confronti di Castaldi il quale, sfruttando la situazione di minorata difesa della donna che frequentava l'abitazione facendo le pulizie riusciva a convincerla ad iniziare l'attività di meretricio utilizzando l'abitazione dell'imputato.


La donna avrebbe dunque subìto un danno per il coinvolgimento nella più complessa vicenda giudiziaria.

L'indagine, iniziata nel febbraio del 2019, era partita in realtà dalla Procura di Roma che ipotizzava un giro di prostituzione minorile che faceva riferimento proprio a Castaldi, poi l'inchiesta si era ampliata e la Procura di Latina aveva scoperto che il custode percepiva denaro per assicurare la sepoltura dei defunti il tutto con la complicità di Maurizio Panfilio, dipendente dell'ufficio tecnico del Comune al quale spettava assegnare i loculi. Ad essere raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare erano stati oltre a Panfilio e Castaldi, il figlio di quest'ultimo Antonio, titolare di un'impresa edile; i titolari delle agenzie funebri Gianni e Giusino Cerilli, Alfredo De Angelis, Fausto Perciballe, Gianluca Ciarlo; i marmisti Francesco e Antonio Fanella; l'ex consigliere comunale Antonio Piccolo, l'ex vice sindaco Antonio Di Prospero, Pino Reginaldi, il vigile urbano Paolo Rosella, l'ex comandante dei carabinieri di Sezze Mattia Benvenuto.


Le accuse nei loro confronti, a vario titolo, sono corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria. Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati Renato Archidiacono, Antonio Orlacchio, Dino Lucchetti, Giancarlo Vitelli, Italo Montini, Angelo Farau.
 

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