Le carcasse abbandonate sull'erba. La lana bianca del manto macchiata di sangue. Nei giorni scorsi un piccolo gregge di pecore è stato attaccato, nel cuore della notte, in un terreno vicino al centro di Borgo Vodice, vicino Sabaudia.
Il proprietario ha ritrovato 12 pecore uccise e 3 gravemente ferite. Un veterinario della Asl ha appurato che la morte delle povere bestie sarebbe dovuta ad un attacco da parte di lupi. Gli ovini erano stati acquistati per tenere pulito un appezzamento di terreno. Il proprietario ora si dice preoccupato che i lupi possano tornare e aggredire anche le persone dato che l'attacco è avvenuto in un terreno che si trova a poca distanza dal centro abitato.
E' la prima volta che accade. Finora non si erano registrate aggressioni da parte dei lupi nell'area protetta pontina, malgrado la loro presenza si acclarata ormai da due anni. Seppur senza fare riferimenti all'episodio, il Parco nazionale ha voluto tranquillizzare nuovamente - con una nota - i residenti e i turisti che frequentano Sabaudia e la sua foresta, ribadendo che è possibile «convivere senza difficoltà, come avviene in tante parti d'Italia, assieme a questi meravigliosi mammiferi».
Parco del Circeo: ecco cosa fare (e non fare) se incontrate un lupo
Attualmente vive stabilmente nell'area protetta un nucleo familiare che si è anche riprodotto.
«Il lupo in Europa non è considerato una specie pericolosa per gli esseri umani. Secoli di difficile convivenza con l'uomo ne hanno plasmato il comportamento facendo sì che, se può, il lupo evita di incontrarlo. Dal dopoguerra a oggi non esistono casi documentati di aggressione nei confronti dell'uomo» sottolinea il Parco nazionale.
«In seguito ai recenti fatti di cronaca, avvenuti in prossimità del Parco, è importante ribadire che la predazione agli allevamenti non può essere sottovalutata e bisogna attivarsi per minimizzare i danni potenziali si legge nella nota del Parco Nazionale del Circeo - La convivenza con il lupo è possibile ed è già stata sperimentata in tutta Italia, anche in zone dove la specie è relativamente nuova, ad esempio in Pianura Padana. Nei casi di predazione è necessario chiamare il servizio veterinario dell'Ausl per l'accertamento delle cause di morte e le imprese agricole possono segnalare i danni al servizio regionale per la richiesta di eventuali risarcimenti».