Risolto il caso: i conigli del Goretti uccisi da un virus

Risolto il caso: i conigli del Goretti uccisi da un virus
di Stefania Belmonte
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Venerdì 5 Novembre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 10:49

I conigli del Santa Maria Goretti sono stati uccisi da un virus. È la certezza emersa dalle indagini necroscopiche e dalle analisi successive ai prelievi che sono stati effettuati dall'Istituto zooprofilattico di Latina: i risultati definitivi sono arrivati mercoledì sera e il colpevole dei decessi è il virus della malattia emorragica, che colpisce indifferentemente conigli domestici e selvatici. Era evidente dall'esame autoptico così come dalle analisi. «Si tratta di una infezione virale specifica dei conigli, che va precisato non è contagiosa per altre specie animali, né per l'uomo ha rassicurato il dottor Giorgio Saralli, direttore dell'Istituto zooprofilattico di Latina ma purtroppo questo virus si propaga con facilità ed è altamente letale per i conigli. È necessario dunque intervenire sulla colonia per evitare che il virus arrivi negli allevamenti».


Se però all'inizio della vicenda era stato paventato un abbattimento totale dei capi presenti nella colonia, questa ipotesi dovrebbe essere scongiurata grazie ad una stringente procedura in via di definizione proprio questa mattina in un incontro tra i veterinari della Asl e gli specialisti dell'Istituto zooprofilattico; ma perché ciò avvenga servirà la collaborazione di tutti, soprattutto dei frequentatori dell'ospedale, che non dovranno più accarezzare i conigli né tantomeno prelevarli, usanza che finora è stata molto frequente per molti visto che nel parco dell'ospedale è stato sempre facile incontrare i simpatici animali, molti dei quali socievoli al punto da diventare vere e proprie mascotte.

Dieci giorni fa a scoprire per primo i conigli morti era stato un volontario dell'Enpa che si era recato alla camera mortuaria a salutare un conoscente, passando nel parco dell'ospedale aveva notato gli animali morti a terra.

Ne erano stati inizialmente rinvenuti quattro, poi altri ne erano stati trovati nei giorni successivi: una quindicina in totale sarebbero i decessi causati dal virus. Diversi erano stati i sopralluoghi dei volontari animalisti, alla ricerca degli esemplari ancora in vita eventualmente da curare, ma ora se ne occuperà direttamente la Asl: per evitare danni sanitari (nonché economici, se ad infettarsi dovessero essere gli allevamenti), della colonia si occuperanno poche persone e sotto stretto monitoraggio della Asl stessa e dell'Istituto zooprofilattico di Latina.

Probabilmente saranno affissi dei cartelli informativi che spiegheranno ai visitatori che non sarà più possibile toccare gli animali per motivi sanitari. Sarà attivata anche una indagine epidemiologica per accertare la fonte di contagio, e i dati dovranno essere comunicati al centro di riferimento nazionale. Allo stesso tempo si attiverà un monitoraggio sull'andamento dell'infezione e i piani per il contenimento del rischio. Dove possibile, nei soggetti sani saranno tentate le vaccinazioni, ma intanto si procederà a mantenere isolati i conigli dall'ambiente, da altri animali e dall'uomo, i quali potrebbero fare da vettori del virus verso l'esterno, facendolo uscire esattamente come è possibile sia entrato. Isolamento, divieto di movimentazione e limitazione all'accesso dovrebbero essere le prime misure ad essere adottate da oggi.
Stefania Belmonte
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