Rischio maremoto inserito nel nuovo piano di Protezione civile, l'impatto sarebbe sulla Marina

Rischio maremoto inserito nel nuovo piano di Protezione civile, l'impatto sarebbe sulla Marina
di Andrea Apruzzese
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Agosto 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 19:40

Ora a Latina c'è anche il rischio maremoto. Ipotizzato per la presenza di quello che è il più grande vulcano sottomarino d'Europa, affine, per tipo di magma, all'arco delle Eolie, situato al centro di un'ideale triangolazione tra Campania, Calabria e Sicilia. Lontano da Latina? Forse. Si alza per 3000 metri, con la vetta appena 500 metri sotto la superficie. Il rischio deriverebbe soprattutto dalla frattura, lunga circa 20 chilometri. E dal fatto che è attivo. Si chiama Marsili, in onore dello scienziato italiano, geologo e botanico del 600, è stato scoperto cento anni fa e da 15 anni è tenuto sott'occhio.


Uno tsunami a Latina? Forse si, forse no, ma sta di fatto che il rischio c'è, è nuovo ed è stato inserito nell'altrettanto nuovo Piano di protezione civile, approvato ieri in Consiglio comunale. E se a parlare di rischio è il coordinatore di Protezione civile della Prefettura, Alessandro Romano, che ha collaborato alla stesura del Piano, forse c'è da pensarci su. Intendiamoci, Romano è stato chiaro: «È uno dei rischi, non immediato, ma da valutare. A Latina l'impatto del maremoto sarebbe sulla Marina e sulle sue strutture e infrastrutture. Fortunatamente ci sono i laghi costieri a fare da ammortizzatore, e in centro città difficilmente arriverebbe. Ma siamo intanto pronti a evacuare la Marina: un maremoto 30 miglia marine a sud di Ponza darebbe abbastanza ore per allontanare la popolazione o farla salire ai piani alti».

Romano ha chiarito che il nuovo piano «dice a ogni funzione cosa deve fare, come e quando, è un prontuario operativo». Che contempla diversi rischi per Latina. Il primo è quello idrogeologico («Se piove più di 94mm di acqua, bisogna chiudere la rotonda dell'Aviatore e sgomberare la scuola della Chiesuola che, con Pantanaccio, ha problemi di fondazione dovuti al complesso sistema di bonifica», ha spiegato); il rischio incendi boschivi («Il 60% deriva da cicche lanciate dalle auto»); il rischio freddo e ghiaccio; il rischio sismico. «Abbiamo oggi un piano aggiornato, un gruppo comunale di protezione civile pienamente operativo, una sala operativa efficiente», ha detto l'assessore al ramo, Paola Briganti. Approvati ieri anche il nuovo regolamento per scavi e ripristini («Ora possiamo dire agli operatori dei sottoservizi come scavare e come ripristinare, abbiamo previsto multe e sanzioni», ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici, Emilio Ranieri), il cambio di destinazione d'uso («Non permanente», ha spiegato l'assessore al Governo del territorio, Francesco Castaldo) dell'ex istituto Sani a comando provinciale dei Vigili del Fuoco, la variante al Prg per l'apposizione del vincolo espropriativo per l'eliminazione del collo d'oca di viale Le Corbusier, e la mozione contro comportamenti scorretti nel mercato dei prodotti agricoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA