Rientro a scuola, gli studenti della provincia di Latina dicono no

Rientro a scuola, gli studenti della provincia di Latina dicono no
di Francesca Balestrieri e Rita Recchia
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Lunedì 18 Gennaio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:33

«La situazione non è sicura e anche se è prevista la presenza di solo il 50% degli studenti, l'organizzazione per il rientro in classe non è garantita. Ecco perché oggi abbiamo deciso di non entrare». Lo dicono i rappresentanti dei licei Grassi, Majorana e Marconi di Latina che questa mattina, come da indicazione della Regione Lazio, devono riprendere le lezioni in presenza. Gli studenti però ritengono che «al momento non ci sono le condizioni adatte, soprattutto considerando che il Lazio è entrato in zona arancione e i contagi giornalieri sono tantissimi», spiega Chiara, rappresentante degli studenti.

Inoltre aggiungono i ragazzi: «Da settembre ad oggi non ci sono state proposte concrete per un rientro in sicurezza e noi studenti non siamo tranquilli».

Stesse considerazioni da parte della Consulta provinciale degli studenti secondo la quale «la soluzione migliore è la possibilità, per ogni studente, di scegliere se frequentare in presenza o continuare a seguire le lezioni in DaD». In realtà non si ha contezza ancora di quante saranno le classi che aderiranno perché i pareri sono contrastanti e non è escluso che anche altri istituti superiori decidano di adottare lo stesso tipo di protesta.

«Rientro in sicurezza o niente rientro - lo dicono con una nota i rappresentanti della Voce degli studenti di Latina - gli studenti delle scuole superiori di tutta la provincia hanno concordato uno sciopero nella giornata di oggi, per rifiutare un rientro che non garantisce la sicurezza e che mette in grave difficoltà studenti e insegnanti, soprattutto i pendolari. Ci hanno tenuto in DAD quando ancora eravamo in zona gialla, costringendoci ad una didattica mutilata, e pretendono di riaprire le scuole ora che la situazione si è aggravata, subito dopo le feste, con un grande rialzo dei contagi e quasi tutte le regioni in zona arancione o rossa. La situazione dei trasporti non è affatto migliorata e le corse continuano ad essere insufficienti. Gli orari scaglionati stravolgono la routine di studenti e insegnanti, costringendo i pendolari ad uscire di casa molto presto e rientrare molto tardi, perché ci sono fasce orarie interamente scoperte», spiegano e concludono: «Ci sono stati mesi per pianificare un rientro sicuro a scuola, invece questo crea più disagi che soluzioni. Adesso, noi studenti prendiamo posizione, perché vogliamo certezze».
La protesta non monta solo a Latina ma anche a Cisterna, Fondi, Sabaudia e Terracina. Quindi chi dovrà essere in presenza non entrerà a scuola, quello in Dad non si collegheranno. Gli studenti dell'Its Arturo Bianchini di Terracina in una sorta di lettera aperta pubblicata sabato sul giornale scolastico on line, Il Bianchini.it, hanno annunciato per oggi uno sciopero per sostenere la necessità di continuare con la Dad. «Convenendo anche sulla assoluta sicurezza della scuola - si legge nello scritto firmato Gli studenti dell'Its A. Bianchini di Terracina- tutto intorno il rischio di contagio è ancora molto alto. La scuola chiusa è un danno innanzitutto per noi, per la nostra formazione non solo strettamente scolastica, per il nostro futuro, e ci manca. Tuttavia, non vogliamo rischiare la nostra salute e quella dei nostri cari».
Francesca Balestrieri
Rita Recchia
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