I carabinieri continuano le indagini sull'effettiva provenienza della lunga lista di reperti sequestrati nel giardino di una villa di Fondi, dove i militari si erano recati dopo la segnalazione di un tentato furto. Ed intanto emergono due elementi quantomeno particolari. A chi si deve quella sorta di museo a cielo aperto? Non certo a un trafficante di antichità, né a un collezionista improvvisato. Ma a un amate vero e qualificato: le numerose opere sono riconducibili a uno dei figli più illustri della città, il celebre pittore Domenico Purificato, tra l'altro a lungo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Una figura di primo piano del mondo artistico e culturale italiano, scomparsa nel 1984. Lasciando in eredità la villa di Ponte Tavolato con annesso tesoro archeologico, una collezione secondo le ricostruzioni accumulata nel corso di decenni.
UN MUSEO INVISIBILE
Un paio di busti, altrettanti capitelli, un piccolo sarcofago, un'edicoletta votiva, degli elementi marmorei decorati di rilievo, diverse anfore, due iscrizioni, blocchi architettonici e lastre di pietra lavorati a gradina.
PAROLA AGLI ESPERTI
«Ci sono opere romane dell'età repubblicana e imperiale, ma anche elementi ceramici del periodo medievale. Uno spaccato della storia artistica locale relativa a un arco temporale di oltre mille anni», spiega Alessandro De Bonis, direttore del museo fondano e perito incaricato della valutazione dei reperti, nel frattempo trasferiti e messi al sicuro. «Particolarmente interessanti le due iscrizioni, sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti».
Giubila Francesco Di Mario, responsabile di zona della Soprintendenza: «I rinvenimenti degli ultimi mesi hanno notevolmente arricchito la collezione del museo civico, e questo porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione della struttura museale. I nuovi reperti acquisiti, oltre a essere molto numerosi, sono anche di grande pregio».
Mirko Macaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA