Reperti archeologici in villa a Fondi, erano del pittore Domenico Purificato

Reperti archeologici in villa a Fondi, erano del pittore Domenico Purificato
di Mirko Macaro
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Lunedì 15 Marzo 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:39

I carabinieri continuano le indagini sull'effettiva provenienza della lunga lista di reperti sequestrati nel giardino di una villa di Fondi, dove i militari si erano recati dopo la segnalazione di un tentato furto. Ed intanto emergono due elementi quantomeno particolari. A chi si deve quella sorta di museo a cielo aperto? Non certo a un trafficante di antichità, né a un collezionista improvvisato. Ma a un amate vero e qualificato: le numerose opere sono riconducibili a uno dei figli più illustri della città, il celebre pittore Domenico Purificato, tra l'altro a lungo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Una figura di primo piano del mondo artistico e culturale italiano, scomparsa nel 1984. Lasciando in eredità la villa di Ponte Tavolato con annesso tesoro archeologico, una collezione secondo le ricostruzioni accumulata nel corso di decenni.

UN MUSEO INVISIBILE

Un paio di busti, altrettanti capitelli, un piccolo sarcofago, un'edicoletta votiva, degli elementi marmorei decorati di rilievo, diverse anfore, due iscrizioni, blocchi architettonici e lastre di pietra lavorati a gradina.

Un elenco pregevole e d'impatto. Per una non scoperta. Proprio così: la maggior parte di quei reperti - da tempo immemore in bella vista nel giardino di pertinenza di villa Purificato, usata dai parenti come casa vacanze - era già nota. Di più. Tra gli anni Settanta e Ottanta, accanto a quelle antichità hanno sfilato amministratori locali, vertici delle forze dell'ordine, sottosegretari di Stato, finanche ministri. Soprattutto perché la villa ha a più riprese ospitato incontri e momenti celebrativi nell'ambito del premio nazionale Fondi La Pastora, istituito proprio dal maestro Purificato. Eppure, per il museo fantasma non c'erano mai stati problemi. Altri tempi. Venerdì i reperti sono stati rinvenuti in via ufficiale e sequestrati per essere esaminati. Non facendo mancare una denuncia nei confronti della proprietaria dell'immobile, la figlia dell'artista. Nonostante la piena collaborazione offerta è stata deferita per l'ipotesi di reato di «impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato».

PAROLA AGLI ESPERTI

«Ci sono opere romane dell'età repubblicana e imperiale, ma anche elementi ceramici del periodo medievale. Uno spaccato della storia artistica locale relativa a un arco temporale di oltre mille anni», spiega Alessandro De Bonis, direttore del museo fondano e perito incaricato della valutazione dei reperti, nel frattempo trasferiti e messi al sicuro. «Particolarmente interessanti le due iscrizioni, sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti».
Giubila Francesco Di Mario, responsabile di zona della Soprintendenza: «I rinvenimenti degli ultimi mesi hanno notevolmente arricchito la collezione del museo civico, e questo porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione della struttura museale. I nuovi reperti acquisiti, oltre a essere molto numerosi, sono anche di grande pregio».
Mirko Macaro
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