Latina, pentiti: per Pugliese e Riccardo sentenze definitive

Latina, pentiti: per Pugliese e Riccardo sentenze definitive
di Elena Ganelli
3 Minuti di Lettura
Domenica 13 Giugno 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 13:48

Si chiude con la prima sentenza definitiva una parte dell'inchiesta Alba Pontina'. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dai due pentiti Renato Pugliese e Agostino Riccardo confermando le condanne loro inflitte dalla Corte di appello di Roma: quattro anni e quattro mesi per Pugliese, cinque anni e quattro mesi per Riccardo. La posizione dei due collaboratori di giustizia era stata stralciata da quella degli altri imputati di Alba Pontina' proprio in virtù della loro scelta di collaborare con gli investigatori.
Le loro dichiarazioni hanno infatti consentito ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma e agli investigatori della Squadra mobile di Latina di ricostruire il funzionamento dell'organizzazione del clan di campo Boario e contestare al gruppo guidato da Armando Lallà Di Silvio l'associazione a delinquere dedita a estorsioni, traffico di droga e reati di tipo elettorali sostanziati nell'attacchinaggio dei manifesti e nella compravendita dei voti nelle campagne elettorali di Latina e Terracina nel 2016, il tutto con modalità mafiosa e di arrivare, a ottobre 2018, ai 25 arresti che hanno sgominato il gruppo del quale entrambi i pentiti facevano parte.


Tutti e due hanno scelto il rito abbreviato e nell'udienza stralcio del gennaio 2020 davanti al giudice per l'udienza preliminare Mara Mattioli del Tribunale di Roma sono stati condannati a quattro anni e quattro mesi e cinque anni e quattro mesi con la concessione delle attenuanti generiche per il loro contributo alle indagini.

Una sentenza pienamente confermata anche dalla Corte d'Appello e sulla quale ieri la Corte di cassazione ha scritto la parola fine. Si tratta della prima sentenza che riconosce in via definitiva che il clan facente capo a Armando Di Silvio si muoveva e operava nel capoluogo pontino con modalità mafiose. Deve infatti superare ancora l'ultimo grado di giudizio il verdetto con il quale la Corte di appello di Roma ha condannato i tre figli di Lallà, Ferdinando Pupetto, Gianluca e Samuele che hanno scelto il rito abbreviato riconoscendo nel modo di agire del clan rom di Latina le modalità mafiose.


E' invece alle battute finali il processo, che si sta svolgendo con rito ordinario davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Latina, a carico del capo famiglia, della moglie e di altri sei imputati. Nell'udienza del 25 maggio scorso i pubblici ministeri Claudio De Lazzaro e Luigia Spinelli hanno concluso la loro requisitoria chiedendo condanne per complessivi 100 anni di carcere: 25 anni per Armando Lallà Di Silvio; 15 anni per la moglie Sabina De Rosa; 11 anni per Francesca De Rosa e altrettanti per Genoveffa Di Silvio e Angela Di Silvio; sei anni ciascuno per Giulia Di Silvio e Tiziano Cesari; 15 anni per Federico Arcieri. La prossima udienza è fissata per il 22 giugno quando la parola passerà ai legali di parte civile, poi al collegio difensivo. Poi si tornerà in aula il 14 luglio per eventuali repliche prima che il Tribunale entri in camera di consiglio per la sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA