Prampolini e Isonzo, varianti urbanistiche: predisposte ipotesi per i tre nodi

Prampolini e Isonzo, varianti urbanistiche: predisposte ipotesi per i tre nodi
di Rita Cammarone
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Martedì 30 Novembre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 11:28

Nuovi criteri per gli espropri e nuove volumetrie nei comprensori R3 e R6 di Latina. L'ufficio di Piano, istituito dal Comune, ha già predisposto le prime due varianti, relative ai quartieri Prampolini e Isonzo, per superare i guasti dei Ppe annullati. E ora l'ente chiede la verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica. La novità arriva da una determinazione dell'architetto Eleonora Daga, dirigente del servizio comunale Politiche di gestione e assetto del territorio, pubblicata ieri all'albo pretorio.

Si tratta di un impegno di spesa di 500 euro da versare alla Regione Lazio per gli oneri istruttori. Un passaggio d'obbligo, all'interno di un percorso stabilito con deliberazione del Consiglio comunale numero 18 del 2018, fornendo indirizzi per la ripianificazione degli strumenti urbanistici annullati dal commissario straordinario Giacomo Barbato nel 2016 orientata in parte è scritto in un passaggio della delibera riportato nell'atto firmato dall'architetto Daga a riaffermare i presupposti urbanistici ed edilizi che hanno consentito edificazioni e/o cambio di destinazione d'uso dei suoli, in virtù dei piani attuativi. Le due varianti predisposte ha spiegato l'ex assessore all'Urbanistica Francesco Castaldo, in attesa di un passaggio di consegne al futuro delegato recepiscono le osservazioni che la Regione Lazio aveva formulato rispetto ai Ppe poi annullati durante la gestione commissariale. La maggiore criticità riguardava il metodo del calcolo delle volumetrie.

Le due varianti rispettano tutte le prescrizioni e saranno dotate di tutti i pareri necessari. Castaldo ha affermato che i nuovi strumenti sono a tutti gli effetti delle varianti, da portare in Consiglio comunale, perché prevedono un aumento di cubature rispetto ai vigenti Ppe.

Inoltre ha aggiunto - non si procederà più per esproprio, ma assegnando volumetrie a compensazione. L'annullamento dei Ppe dei comprensori R3 e R6 ha fatto emergere tre situazioni complesse, finite in inchieste giudiziarie: la palazzina di via Ombrone, il cantiere di via Quarto, entrambi nel quartiere Prampolini, e la palazzina di via Roccagorga, nel quartiere Isonzo. Con le varianti cosa cambierà? Le tre situazioni potranno essere sanate? Le varianti ha risposto Castaldo affrontano tematiche di natura urbanistica e di per sé non risolvono problemi edilizi. Però, prediamo il caso di via Ombrone: un edificio realizzato con un permesso a costruire rilasciato quando era vigente il Ppe, annullato successivamente. Ipotizziamo che la variante preveda un aumento di volumetrie. In questo caso, se approvata, si potrebbe affermare che la palazzina di via Ombrone era conforme all'epoca e lo sarebbe anche oggi' con il nuovo strumento.

Ecco allora che il caso potrebbe essere affrontato nella sede del competente ufficio, seguendo una determinata procedura. Parliamo di un palazzo ultimato e non abitato e di una parte di terreno ceduto per viabilità. L'edificio di via Roccagorga addirittura ultimato e abitato. Per via Quarto potrebbe valere la compensazione. Castaldo ha usato attentamente il condizionale, ha parlato di criteri e standard generalizzati cercando di simulare in via teoria quello che potrebbe accadere nelle tre situazioni complesse. L'architetto Daga nella sua determinazione scrive che la ripianificazione dei due comprensori R3 e R6 assume particolare priorità in relazione alle rilevanti criticità determinatesi per effetto dell'annullamento dei Ppe e alla sorte dei permessi di costruire rilasciati.

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