Pestaggi in carcere a Santa Maria, denuncia di un detenuto pontino

Pestaggi in carcere a Santa Maria, denuncia di un detenuto pontino
di Elena Ganelli
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 08:51

 C'è anche la firma di un detenuto di Latina sotto la denuncia che ha portato all'arresto, lunedì, di decine di agenti di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere per violenze nei confronti dei detenuti. Si tratta di Marco Ranieri, figura nota alle cronache locali, che nella casa circondariale in provincia di Caserta sta scontando una condanna a nove anni e mezzo di reclusione. L'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha preso in esame la segnalazione di numerosi reclusi secondo i quali il 7 aprile dello scorso anno, in piena emergenza Covid, nel carcere arrivarono un centinaio di agenti da altre strutture penitenziarie della Campania inviati come una sorta di punizione per la rivolta scoppiata il giorno precedente tra i reclusi per alcuni casi di positività al Covid in carcere. Quella è la data precisa nella quale ha preso il via una serie inaudita di violenze ai danni dei detenuti: picchiati con calci e pugni, presi a schiaffi e testate anche utilizzando i caschi, qualcuno costretto addirittura a inginocchiarsi e a spogliarsi mentre 15 di loro, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbero anche stati posti in isolamento in maniera del tutto illegittima e ingiustificata. Una orribile mattanza come la definisce il giudice per le indagini preliminari che ha firmato, a conclusione delle indagini, 52 ordinanze di custodia cautelare a carico non soltanto di agenti di custodia ma anche dell'ex direttore del carcere e del Provveditore delle carceri della Campania, accusati a vario titolo di torture pluriaggravate, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, calunnia, favoreggiamento personale, frode processuale e depistaggio.

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Ad inchiodare gli indagati anche numerose conversazioni telefoniche tra gli agenti del 6 aprile nelle quali si annunciava cosa sarebbe accaduto il giorno successivo: Domani chiave e piccone in mano, li abbattiamo come i vitelli. Domate il bestiame. E ancora: Non si è salvato nessuno, abbiamo vinto, abbiamo ristabilito un po' l'ordine e la disciplina. La denuncia che ha fatto partire le indagini è stata sottoscritta anche da Marco Ranieri, 56 anni, di Latina, che nella casa circondariale casertana sta scontando una condanna a nove anni e mezzo di carcere inflitta dal Tribunale di Latina per un'estorsione ai danni di un inquilino dell'Ater di Latina al quale aveva occupato, in concorso con la moglie, l'alloggio popolare in via Helsinky, per una rapina e spaccio di droga. Ranieri è stato una delle vittime degli agenti penitenziari come conferma anche il suo difensore, l'avvocato Giancarlo Vitelli, al quale nel marzo e aprile dello scorso anno aveva raccontato per telefono cosa stava succedendo in quel carcere. In quei colloqui il 56enne aveva riferito del pesante clima del penitenziario, della violenza dilagante e di essere anche lui una vittima dei pestaggi della polizia penitenziaria. Al legale aveva detto di essere stato picchiato violentemente più volte e di avere anche riportato conseguenze fisiche serie quali del sangue nelle urine. Ora quelle violenze sono venute completamente alla luce.
Elena Ganelli
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