Pernarella: «Pennacchi ha segnato una strada che sarà impossibile cancellare»

Pernarella: «Pennacchi ha segnato una strada che sarà impossibile cancellare»
di Francesca Balestrieri
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Giovedì 5 Agosto 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 15:16

«E' come svegliarsi una mattina e non trovare più il palazzo comunale», esprime il suo dolore per la perdita, ma anche la riconoscenza e l'amicizia per Antonio Pennacchi, Massimiliano Lanzidei, uno dei suo più stretti collaboratori, secondo il quale «anche chi non lo amava, è come se avesse perso un parente». Un temperamento, quello dell'artista, che spesso lo ha portato a discutere con le persone: «Antonio è sempre stato un vulcano. Una persona che all'apparenza, per il suo personaggio pubblico, sembrava burbera, ma chi ha avuto a che fare con lui e ha avuto la possibilità di conoscerlo, si è reso conto che era in realtà la persona più generosa e umana che si possa incontrare», racconta Massimiliano che ha iniziato la sua collaborazione con Antonio Pennacchi quasi 20 anni fa: «Avevamo ideato un collettivo di scrittura e quando lo ha saputo ci incontrò. Era appena uscito il libro Fasciocomunista, quindi non ancora Canale Mussolini. Ci disse che era nell'ambiente e che ci avrebbe messo a disposizione tutte le sue competenze». La sua scomparsa è stata un fulmine a ciel sereno, seppure: «Chi lo conosceva sa che diceva sempre di stare male, era quasi un ritornello, ma la notizia della sua morte ci ha lasciato senza fiato. Antonio Pennacchi era Latina e per lui Latina era tutto», conclude commosso Massimiliano.


A stretto contatto con lui e con Massimiliano Lanzidei, ha lavorato anche Clemente Pernarella che ha anche portato in scena il suo Canale Mussolini: «Nella vita di un artista ci sono sempre dei maestri, ma lui per me è stato molto di più, come un padre.

Latina si è svegliata con un vuoto gigantesco, ma siamo fortunati perchè può essere colmato in parte da tutto quello che ci ha lasciato. Ha unito tanti punto della storia della nostra città. Si definiva scrittore operaio ed è una definizione corretta perchè la sua funzione è stata proprio quella di costruire. E' come se avesse raccontato un'identità di cui forse ancora non ci rendiamo conto».


Clemente Pernarella lo definisce genitore non a caso: «Non è importante che lo si amasse o meno, però lui c'è. Con il suo modo di fare, con il suo carattere all'apparenza burbero, ma un uomo valoroso, coraggioso e molto molto onesto». Secondo l'attore, che ha portato in scena la sua opera più importante, quella che nel 2010 ha vinto il Premio Strega, Canale Mussolini, Latina non perde niente e spiega: «Ora è il momento per tutti di capire l'importanza che Antonio ha avuto per questa terra, ha segnato una strada impossibile da cancellare. Un grande autore e sarà necessario tenerlo sempre bene a mente. E' stato in grado di raccontare l'Italia e gli uomini e dentro le sue opere ci sono un'infinità di cose da studiare e raccontare. Certo perdiamo tutto quello che sarebbe potuto ancora arrivare». Non è escluso che insieme anche a Massimiliano decidano di portare ancora in scena qualche sua opera.

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