Agenzia del lavoro, mobbing alla prof che ha denunciato: indaga la Procura

Agenzia del lavoro, mobbing alla prof che ha denunciato: indaga la Procura
di Giovanni Del Giaccio
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Lunedì 24 Gennaio 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 09:16

 «La mia assistita si è dimessa per giusta causa, in quanto costretta, perché destinataria non di banali sberleffi, ma di fatti gravi, gravissimi, di rilievo penale, tant'è che la Procura di Latina ha aperto un procedimento penale a tal riguardo». L'avvocato Nicodemo Gentile scrive a nome della docente dell'Agenzia per il lavoro di Latina che ha lasciato il posto di recente. Lo fa parlando di mobbing e fornendo la notizia, appunto, di una nuova indagine. Lei aveva segnalato la confidenza raccolta da una ragazza, la storia della cessione di droga a casa di una docente e il malore. Vicenda che risale alla fine dell'anno scolastico 2020, resa nota a inizio 2021 ed esplosa in questi giorni grazie ai servizi su queste colonne.
«Subito dopo la segnalazione è stata oggetto - ecco perché l'esposto anche ai vertici dell'agenzia - di attacchi intimidatori e di dossieraggi occulti da parte di alunni che la fotografavano e monitoravano i suoi spostamenti all'interno dell'istituto, affinché venisse delegittimata la sua figura di docente e di donna - prosegue l'avvocato - Anche in questo caso esistono messaggi whatsapp, conversazioni, registrazioni e testimonianze che attestano la veridicità inconfutabile di quanto denunciato alla Questura di Latina». Controlli e dossieraggi «richiesti, secondo quanto riferito alla mia assistita dagli studenti, da una docente e da una delle presidi dell'Istituto che, tra l'altro, precedentemente, insieme ad altra collega, aveva fatto circolare illegittimamente un vocale whatsapp contenente dati sensibili relativi al grave stato di salute di un proprio familiare, poi inesorabilmente deceduto».


Una guerra interna, insomma, laddove la funzione primaria dovrebbe essere esclusivamente quella di formare professionalmente ragazzi che spesso non hanno grandi capacità per la scuola ma si applicano nell'apprendere un mestiere.
E lo fanno con successo in molti casi. L'avvocato si sofferma sulla posizione della docente dimissionaria « che prima era in part time, è una lavoratrice seria e trasparente e lo dimostra la sua specchiata storia professionale ultradecennale e preme sottolineare che i suoi periodi di assenza dal lavoro sono stati determinati, o purtroppo da malattia, o, prima delle dimissioni, dallo stato di ansia e paura in cui è precipitata dopo i fatti descritti, in quanto fortemente preoccupata anche per l'incolumità fisica propria e per quella dei suoi figli».
La storia, inevitabilmente, finirà davanti agli organi di giustizia «a cui certamente non mancherà la possibilità di esaminare una quantità industriale di testimoni, i cui nominativi saranno ovviamente forniti dalla professionista che è ricorsa al mio patrocinio».

LA DROGA

L'avvocato fornisce un particolare inedito, la conversazione circa la cessione di stupefacente a casa della prof è stata «registrata e consegnata alla Questura», e la circostanza è stata «riferita almeno ad un'altra docente».
Una storia che non è destinata a finire qui.
Giovanni Del Giaccio
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