Medaglia d'oro a San Felice Circeo per i cinque fucilati dai nazifascisti

Medaglia d'oro a San Felice Circeo per i cinque fucilati dai nazifascisti
di Rita Cammarone
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Maggio 2022, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 11:15

LA CERIMONIA
«Un esempio di coraggio e di estremo sacrificio» riconosciuto con l'onorificenza di Medaglia d'oro al merito civile, conferita al Comune di San Felice Circeo a 78 anni dall'eccidio di Borgo Montenero. Si sono svolte ieri, in occasione del triste anniversario, le cerimonie di conferimento del tributo decretato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di commemorazione alle cinque vittime fucilate dai tedeschi il 4 maggio 1944. Una rappresaglia nazista scaturita, secondo la ricostruzione storica ufficiale, dal ritardo da parte di alcuni agricoltori della zona di eseguire l'ordine di sgombero dalle loro abitazioni imposto dal comando tedesco locale. Il plotone di esecuzione fece fuoco su Cesare Cascarini, 57 anni, Francesco Benvenuti, 39 anni, Bernardo Savelli, 23 anni, Giuseppe Gallo, 38 anni, e Vittorio Vagnozzi, 23 anni. Cinque uomini uccisi, tra 23 rastrellati dai tedeschi.


IL CONSIGLIO COMUNALE
La solennità dell'evento, suggellata con la consegna al sindaco Giuseppe Schiboni da parte del prefetto di Latina Maurizio Falco della pergamena a firma del Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese recante la medaglia e il decreto del Presidente Mattarella, è stata celebrata nel corso di una seduta straordinaria di Consiglio comunale aperto dall'inno nazionale cantato dagli alunni dell'istituto Leonardo da Vinci.


C'erano il questore di Latina Michele Maria Spina, i comandanti provinciali dell'Arma e della Finanza, i colonnelli Lorenzo D'Aloia e Umberto Maria Palma, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche e di protezione civile, Vigili del fuoco, Polizia locale e i vice sindaci di Terracina e Lenola, Patrizio Avelli e Severino Marrocco. Il primo cittadino Schiboni ha ringraziato la precedente amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco Giovanni Petrucci per aver dato il via, nel 2014, all'iter che ha portato all'assegnazione della Medaglia d'oro. «È importante non dimenticare ha detto Schiboni, menzionando anche i recenti avvenimenti bellici nella guerra in Ucraina e trarre insegnamento dalla storia. Purtroppo, fatti come quelli che ricordiamo oggi sembravano lontani da noi, ma quanto sta accadendo in questi mesi ha dimostrato il contrario. Dobbiamo impegnarci affinché simili atrocità non accadano più».
Nel corso della seduta, il consigliere Eugenio Saputo ha ricordato la figura di don Giuseppe Capitanio, parroco di Borgo Montenero nel 1944: Un grande uomo di Chiesa che ha cercato la mediazione con i tedeschi, fino ad arrivare a offrire la sua vita per salvare gli uomini rastrellati.

I tedeschi rifiutarono, ma con la sua opera di persuasione riuscì a salvare 18 persone. Per questa ragione Saputo ha chiesto al sindaco e al prefetto iniziative che possano consentire la traslazione della salma del sacerdote dal cimitero nella chiesa San Francesco d'Assisi, parrocchia di Borgo Montenero.


L'OMAGGIO ALLE VITTIME
L'evento commemorativo è poi proseguito a Montenero con la celebrazione di un breve rito officiato dal parroco del borgo, padre Bruno Mustaccio, alla presenza dei famigliari delle vittime dell'eccidio davanti al monumento loro dedicato, dove è stata deposta una corona d'alloro. La storia, anche se con ritardo, dà formale riconoscimento ai nostri martiri ed eroi ha detto il prefetto Falco che durante il suo discorso ha voluto accanto a sé la figlia di Vittorio Vagnozzi. Ringrazio tutti i presenti, i bambini di Borgo Montenero e i suoi abitanti perché ha detto la donna in questi 78 anni mi hanno aiutato a sopportare la mancanza di mio padre. Grazie a tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA