Gaeta, nonno Piero Berrettini: «Che emozione Matteo a Wimbledon, è un ragazzo d'oro: ha determinazione, testa e grinta»

Gaeta, nonno Piero Berrettini: «Che emozione Matteo a Wimbledon, è un ragazzo d'oro: ha determinazione, testa e grinta»
di Andrea Gionti
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Martedì 13 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:43

Nonno Piero per gli amici del circolo è una vera istituzione. Un ragazzino del '35 che si diverte a giocare tre-quattro volte a settimana a tennis (anche in orari mattutini, in cui il caldo estivo è afoso) sui campi in terra rossa di via Annunziata. Dal '92 risiede a Gaeta, che è ormai la sua seconda casa: vive in una bella abitazione panoramica sopra il tempio di San Francesco, nel centro storico. Lui è Piero Berrettini, il nonno paterno di Matteo, il 25enne fuoriclasse romano che domenica ha fatto sognare milioni di italiani sul centrale di Wimbledon, sui prati verdi della Regina (il primo azzurro a raggiungere la finale in 144 anni di storia), dove si è inchinato a sua maestà Novak Djokovic, il cannibale serbo, numero 1 delle classifiche Atp, al 20esimo titolo nel circuito del Grande Slam. Un'impresa sfiorata dall'azzurro, da ieri ottavo (best ranking eguagliato) davanti ad una leggenda come Roger Federer. Lo racconta nonno Piero, ex giocatore di basket (all'epoca ala, oggi guardia), che ha trasmesso tante passioni ai suoi nipoti Matteo e Jacopo, quest'ultimo tennista di due anni più giovane. «In primis c'è l'amore per la Fiorentina spiega mentre quello per la palla a spicchi è nata dal nonno materno Elio, che ha giocato a Rieti in B. Matteo è pazzo di Nba. E poi c'è la Viola. Colpa mia» sorride il giovanotto di Fiesole, che ha lavorato come zonista presso la Olivetti a Firenze e dal '95 è socio e da due anni consigliere del Ct Gaeta, club nato nel 67. «È un luogo meraviglioso immerso nel verde a due passi dal mare e da Gaeta Vecchia.

All'Open che si gioca l'estate prese parte in passato anche mio figlio Luca, il papà di Matteo. È una famiglia molto unita che ha il tennis nel sangue. Sono spesso venuti anche a trovarmi qui a casa e al lido Sirio' dove vado da tanti anni e qualche scambio a racchettoni non poteva mancare. Con lui ho un bellissimo legame, ci siamo sentiti dopo Wimbledon e prima che tornasse a Roma».

Anche Matteo ha calcato quei campi, tempo fa, e poi c'è la mamma Claudia che è una tennista: la famiglia Berrettini, compreso Jacopo, si allena tra l'Aniene, al Circolo Magistrati Corte dei Conti e la Rome Tennis Academy di Vincenzo Santopadre, coach di Matteo. «Sono emozionato per lui - aggiunge - Si merita tanto, è un ragazzo d'oro, che ha determinazione, testa e soprattutto tanta ma tanta fame». Se lo ricorda bene anche il maestro del Ct Gaeta Attilio Rubino. «L'ho conosciuto quando affrontò oltre undici anni fa in una finale del campionato regionale U14 al Parco degli Acquedotti di Roma un nostro giocatore, Luca Paciello, che era avanti al primo set 5-2 prima di cedere però 7-6, 6-3. Si percepiva subito che era proiettato sulla via del professionismo». Una curiosità? Nel 2020 il formiano e figlio d'arte Giovanni Calvano si è allenato per un anno alla Rome Tennis Academy insieme ai fratelli Berrettini. Ora il sogno di Matteo The Hammer si chiama Tokyo, dove vuole scrivere un'altra pagina memorabile.

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