Lo scultore Giacomo Manzù, uno degli artisti più celebri del Novecento, è in viaggio verso casa ad Aprilia. Nei prossimi giorni la figlia Giulia Manzoni accoglierà nella casa di famiglia in via Apriliana le ceneri del padre, dopo un braccio di ferro con il Comune di Ardea durato quasi due anni. Giacomo Manzù, definito il Michelangelo del ventesimo secolo, è morto nel 1991 a 83 anni e dal 1992 riposava nel giardino del museo a lui intitolato, ad Ardea. Alla scomparsa della moglie Inge, nel 2018, i figli Giulia e Mileto Manzoni hanno avviato le pratiche per far rispettare le ultime volontà dei genitori: essere riuniti per sempre in quella che per trent'anni è stata la loro casa, ad Aprilia.
L'amministrazione comunale di Ardea e un gruppo di associazioni si opponevano al trasferimento della salma: secondo loro, il desiderio di Manzù era quello di riposare per sempre ad Ardea. In effetti, sulle ultime volontà dello scultore si legge: «Alla mia morte desidero essere sepolto nel terreno circostante la casa dove attualmente abito in Ardea». A dirimere la vicenda è intervenuto il Tar, che ha nominato un commissario con il compito di sostituirsi al sindaco per firmare l'autorizzazione.
All'alba di giovedì c'è stata l'apertura della tomba e il trasferimento a Castel Volturno delle spoglie dell'artista per la cremazione. «Appena arriverà la richiesta, firmerò l'autorizzazione per collocare le ceneri a Colle Manzù spiega il sindaco di Aprilia Antonio Terra si tratta del secondo cittadino illustre che riposa sul nostro territorio, dopo Menotti Garibaldi. Giacomo e Inge erano anche cittadini onorari di Aprilia». «L'unica cosa che mi rende felice in questa triste e sofferta vicenda è quella di avere i miei genitori insieme nella loro casa», spiega Giulia Manzoni.
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