Panorama chiude definitivamente, scatta la mobilitazione

Panorama chiude definitivamente, scatta la mobilitazione
di Francesca Balestrieri
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Giovedì 24 Giugno 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 09:58

 Si è tenuta martedì sera, nel piazzale del centro commerciale Latina Fiori, la protesta dei dipendenti di Pam Panorama che il 31 luglio perderanno il posto di lavoro. Dopo l'incontro dei sindacati di categoria con l'azienda, infatti, è emerso che la chiusura al pubblico non avverrà a settembre, come da scadenza del contratto di affitto, ma già a luglio, poi si procederà allo smantellamento dei locali e della merce. In queste settimane comunque l'azienda ha pian piano svuotato l'ipermercato con offerte e promozioni e, a quanto risulta, non ha più incontrato il Prefetto di Latina Maurizio Falco che aveva chiesto un incontro sollecitato anche dai sindacati.
L'assemblea dei dipendenti ha visto la partecipazione di molte persone e dei rappresentanti dei sindacati di categoria Uiltucs, Filcams Cgil e Fisascat Cisl. «Questa spiegano i sindacati - è soltanto la prima di una serie di iniziative per salvare i posti di lavoro stiamo infatti preparando una grande mobilitazione affinché si raggiunga un'intesa per la tutela di tutti».
«Nella giornata di mercoledì spiega Gianfraco Cartisano, segretario della Uiltucs Uil che ha seguito la vertenza fin dal primo giorno si è svolto l'incontro tanto atteso e più volte richiesto, dove l'azienda ci ha annunciato la chiusura al pubblico per il 31 luglio. Ora è necessario aprire un confronto con le istituzioni e a livello ministeriale. Il problema è molto grande, riguarda 75 famiglie e il responsabile afferma Cartisano è solo l'azienda Panorama che lo scorso anno ha disdetto il contratto di affitto senza convocarci per capire in che modo era possibile aiutare i lavoratori. Ad oggi non c'è un subentrante e dunque arriverà una procedura di cessazione dell'attività. Questo significa che l'azienda deve mettere in atto un piano sociale per dare risposte a questi lavoratori».

Il piano può prevedere la ricollocazione o per esempio l'incentivo all'esodo. Gli impegni devono essere presi su tavoli istituzionali e nel caso in cui subentri un nuovo progetto garantire la ricollocazione. «Intanto però bisogna aprire subito la procedura per gli ammortizzatori».
«Siamo molto preoccupati per le sorti dei 74 dipendenti e dell'indotto - spiegano i segretari di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Marco Capparelli, Claudia Baroncini e Gianfranco Cartisano - per questo apriamo lo stato di agitazione mettendo in campo in campo iniziative di protesta volte a sensibilizzare l'attenzione delle Istituzioni e della cittadinanza su una vicenda grave e delicata che rischia di mettere in assoluta difficoltà tante famiglie del territorio. Restiamo però disponibili ad un confronto con le Istituzioni coinvolte, Prefetto e Sindaco di Latina per provare a trovare soluzioni condivise a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori».
Francesca Balestrieri
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