Procreazione al Goretti «Così aiutiamo le coppie»

Procreazione al Goretti «Così aiutiamo le coppie»
di Bianca Francavilla
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Domenica 9 Maggio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 09:38

 Per ogni mamma che oggi taglierà una fetta di torta o riceverà un mazzo di fiori, c'è una donna che cerca da tempo una gravidanza, senza riuscirci. «Da noi arrivano donne con faldoni di analisi fatte e raccontano di essere state rigirate come un calzino, e poi magari il problema era nell'uomo e bastava fare un solo esame per capirlo». A parlare è Pietro Salacone, responsabile dell'unità di fisiopatologia della riproduzione e pma dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, che vede sedersi dentro il suo studio decine e decine di coppie del territorio ma anche provenienti da altre parti d'Italia. Il centro, che rientra in un'unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia il cui direttore è Francesco Antonino Battaglia, è infatti specializzato in infertilità. Una parola difficile da digerire ma con cui fanno i conti il 15-20% delle coppie che dopo un anno di tentativi continuano a vedere il test di gravidanza sempre negativo. Se il primo passo di arrivare a mettere corpo e cuore nelle mani dei camici bianchi è già difficile, lo è ancora di più attraversare il percorso fatto di visite, attese, risultati. Ma una luce in fondo al tunnel c'è e prima si inizia il cammino, più probabilità ci sono di ottenere un risultato. «C'è un aspetto psicologico da non sottovalutare nelle coppie che non riescono ad avere un figlio continua Salacone - Ne soffre soprattutto la donna che, a causa dello stress, può avere alterazioni di ciclo mestruale, può non ovulare o arrivare ad avere altri disturbi. È infatti previsto dalla normativa vigente la figura di uno psicologo nel caso in cui la coppia scelga di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Può sembrare strano, ma sono pochissime le coppie che lo richiedono. Nonostante siano molto stressate, ammettono con fatica di avere bisogno di un aiuto». Un mito da sfatare è quello che riguarda i costi che le coppie immaginano enormi per poter giungere al risultato tanto atteso. E invece no: nei casi in cui viene prospettata la procreazione medico assistita il costo è solo quello del ticket sanitario di ecografie, spermiogramma e inseminazione intrauterina. Parliamo di circa 100 euro per l'inseminazione di primo livello e circa 200 euro per l'inseminazione di secondo livello. «E i tempi sono veloci perché non c'è lista di attesa: da quando si stabilisce che quella è la strada da seguire, il mese successivo è già possibile procedere».
I DATI
Meno incoraggianti sono i numeri: c'è il 12% di successo per la prima tecnica e il 21% per la seconda. «Ma sono cumulativi di più fasce d'età. Per questo è consigliato di restare entro la soglia dei 35 anni sopra la quale c'è poi un calo di fertilità, quando questo è possibile. Naturalmente i tempi sono cambiati e a causa del lavoro e della precarietà è proprio quella l'età in cui una donna invece comincia a pensare ad una famiglia». Nonostante il percorso sia in salita «non accade quasi mai che le coppie si spaventino e facciano un passo indietro».

E non è accaduto neanche con l'avvento del Covid-19. «A parte il periodo del lockdown dello scorso anno in cui le attività sono state sospese, la situazione è ripresa e la ricerca di un figlio non è stata rimandata. Inoltre conclude Salacone il Goretti è l'unica struttura, tra i centri pubblici di pma operanti nel Lazio, ad avere una banca del seme per preservare la fertilità degli uomini affetti da patologie oncologiche o altro che pongano a rischio la genitorialità futura. Lo stesso viene fatto con la donna che può crioconservare i propri ovociti prima di sottoporsi a trattamenti farmacologici potenzialmente compromettenti per la fertilità». Parliamo di ragazze anche di 18 o 20 anni che senza questa possibilità non potrebbero festeggiare mai, una volta per tutte, la festa della mamma.
Bianca Francavilla
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