Ordine degli Avvocati, a Latina nuovo ricorso al Tar contro il commissariamento

Ordine degli Avvocati, a Latina nuovo ricorso al Tar contro il commissariamento
di Elena Ganelli
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Sabato 13 Febbraio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 15:22

Non si può ancora scrivere la parola fine alla guerra per le elezioni dell'Ordine degli avvocati di Latina e adesso appare anche più lontana la possibilità di tornare al voto per eleggere i rappresentanti dell'organismo forense dopo oltre un anno di commissariamento. Nella giornata di ieri infatti cinque avvocati hanno impugnato il decreto con il quale il Ministro della Giustizia il 22 dicembre scorso ha sancito lo scioglimento del Consiglio che si era insediato con lo scorrimento della lista degli eletti e nominato Giacomo Mignano quale commissario straordinario. A presentare il ricorso predisposto dall'avvocato Giovanni D'Erme sono Aurelio Cannatelli, Denise Degni, Umberto Giffenni, Maria Clementina Luccone e Federica Pecorilli che chiedono al Tar di «sospendere l'efficacia degli atti impugnati ed all'esito di fissare udienza di discussione del merito del ricorso quanto più possibile ravvicinata, stante il fatto che sono trascorsi già oltre due anni dalle elezioni del gennaio 2019 e più di un anno dal precedente commissariamento senza che il Consiglio dell'Ordine di Latina abbia potuto mai operare nella sua legittima composizione».

Nel ricorso si sottolinea inoltre che «ricorrono i presupposti per richiedere la tutela cautelare, atteso che il decreto ministeriale del 22 dicembre 2020 impone al commissario straordinario, senza alcun margine di discrezionalità, di indire nuove elezioni entro 120 giorni, i quali andranno a scadere il prossimo 19 aprile», elezioni che tale ricorso inevitabilmente blocca.

Dopo avere ripercorso le diverse tappe dell'iter che ha portato al nuovo commissariamento i ricorrenti precisano come le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine si sono già svolte regolarmente il 22 e 23 gennaio 2019 e «quel Consiglio ricordano - è già stato sciolto in maniera illegittima dal Ministro, il quale all'epoca fu tenuto all'oscuro del reclamo pendente dinanzi al Consiglio nazionale forense per l'annullamento dell'elezione di 5 degli 11 membri dimissionari».

Questa volta, invece, il Ministro era perfettamente a conoscenza di tutto quanto accaduto successivamente alle dimissioni rassegnate il 30 ottobre 2019, compreso il fatto che il Consiglio si era ricostituito con i membri che ab origine ne avrebbero dovuto far parte per legge, e non ha ritenuto di impugnare le delibere che hanno dato esecuzione alle sentenze rese dal Cnf e dallo stesso Tar «in tal modo mostrando di aver fatto acquiescenza sia alla pronuncia di codesto Tribunale che all'avvenuta ricostituzione del Consiglio stesso. Il nuovo commissariamento, dunque, oltre ad essere del tutto privo di motivazione conclude il ricorso - che, di per sé, rende l'atto nullo, non ha alcun fondamento fattuale né giuridico». Così inizia un nuovo round e l'indizione delle elezioni si allontana.
Elena Ganelli
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