Dall'officina in Africa a Borgo Piave così Provides è diventato un colosso

Dall'officina in Africa a Borgo Piave così Provides è diventato un colosso
di Vittorio Buongiorno
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 10:41

E' una storia che comincia in Africa ma che a Latina ha messo radici. E' la storia di una officina che è diventata un'azienda leader nel mondo. Provides da decenni produce scambiatori di calore, ovvero componenti di impianti di condizionamento e di riscaldamento, e lo fa così bene e in modo talmente unico che sono stati utilizzati nella costruzione di primi stadi con l'aria condizionata, quelli in Quatar dove si svolgeranno i prossimi mondiali di calcio.
In terra pontina tutto comincia alla fine del 1968 quando dopo vent'anni passati a lavorare in Africa Umberto Provenzani apre a Borgo Piave un'officina per la manutenzione di mezzi meccanici.

Azienda leader

Oggi Provides è ancora lì. E' cresciuta, raddoppiata nelle dimensioni, diventata un colosso nel suo settore in grado di primeggiare nei mercati di tutto il mondo producendo scambiatori di calore. Ma torniamo all'inizio. «Mio padre arrivò in Africa aprendo una officina di manutenzione dei mezzi meccanici, ottenne dei contratti con Impregilo. In Tanzania, in Kenia, poi in Nord Rodhesia. E' lì che è nata la prima azienda, con il suo socio bolognese inventarono una macchina per la costruzione delle recinzioni.

Ma quando lo Zambia diventò indipendente decisero di tornare» racconta Franco Provenziani, figlio di Umberto e attuale numero uno di Provides.Anche lui ha vissuto in Africa e si è laureato in Ingegneria a Città del Capo. «Ho una formazione anglosassone» dice di se. E questo spiega il suo modo di fare impresa.

L'arrivo a Latina

Ma torniamo al 1968. «Mio padre e il suo socio cercarono dei terreni per aprire una azienda in val padana. Papà venne a trovare parenti che vivevano a Borgo Faiti. Si guardò intorno, c'era il sole, il mare, tanto spazio e decise di fermarsi». Nel dicembre di quell'anno acquistò un'area di 500 metri quadrati lungo via Piave. Costruirono un'officina e tre appartamenti. Ci sono ancora. Ma dal 2004 l'azienda ha acquisito il terreno adiacente e costruito un altro capannone. «In cinquant'anni abbiamo prodotto tante cose, prima le scaffalature metalliche e i mobili per ufficio, le cabine telefoniche, gli armadi Rak» racconta Provenzani. «Dieci anni dopo si resero conto che quel mercato con povero contenuto tecnologico li avrebbe portati poco lontano e così è iniziata l'avventura degli scambiatori di calore».

Cina e America

Tra il 96 e il 98 nasce la prima linea di produzione, in poco più di venti anni la Provides è diventata leader italiana e uno dei colossi mondiali del settore. «Abbiamo uno stabilimento in America e uno in Cina. A Cheng Du siamo arrivati nel 2004, temevamo la concorrenza asiatica. Poi nel 2015 è stata la volta di Provides Us, in Virginia. I tre gruppi fatturano oltre 40 milioni di euro e siamo i più grandi costruttori privati del mondo in questo settore». A Borgo Piave lavorano in 170, negli Stati Uniti gli addetti sono 65 e in Cina 60. Ma l'azienda non ha alcuna voglia di fermarsi. «Al momento non prevediamo di aprire altri stabilimenti, quello che ci interessa è continuare a puntare sull'innovazione tecnologica. La nostra azienda non ha paura di rischiare - racconta Provenzani - Investiamo il 3% annuo in ricerca, oltre un milione di euro. Questo ci consente di mantenere il primato tecnologico. Mi piacciono le sfide, nei nostri corridoi la parola impossibile non gira».

Le sfide

Nelle fiere quando sentono parlare di componenti che nessuno è mai riuscito a realizzare si buttano a capofitto. E ora pensano anche ai mercati del futuro. Per questo sono sempre alla ricerca di giovani ingegneri pieni di iniziativa. Al momento in Provides ci sono 4 ingegneri arrivati dall'Unversità di Napoli con un programma di tirocinio, ma per Provenzani serve un grande lavoro sul territorio. E' in questo senso che va intesa la collaborazione con Unindustria che ha lanciato la proposta di istituire un Politecnico di Roma e del Lazio per formare tecnici e ingegneri super qualificati. «Mi piacerebbe far capire ai ragazzi,, anche a quelli delle scuole, cosa possono fare nel nostro territorio, attraverso laboratori e open day. Perché a Latina si vive bene e sarebbe bello far restare i cervelli che invece oggi partono per il nord o per l'estero».
Vittorio Buongiorno
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