Ciampi riabbraccia la famiglia: «Olimpiadi, un'esperienza unica»

Matteo Ciampi
di Giovanni Del Giaccio
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Martedì 3 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:48

 Latina è casa, Livorno è l'amore. Così prima di riabbracciare mamma Angela, papà Paolo e la sorella Chiara, Matteo Ciampi - di ritorno dalle Olimpiadi - ha fatto un salto nella città labronica per salutare la fidanzata Martina, sistemare alcune cose nella città in cui vive e nuota, quindi fare rotta verso il capoluogo pontino. Qui, dove tutto è iniziato tanti anni fa, quando alla Nazionale nemmeno ci pensava. Figuriamoci ai Giochi. Invece sono arrivati entrambi, la maglia azzurra ormai da quando aveva 16 anni - oggi ne ha 24 - e la qualificazione alle Olimpiadi nell'ultimo assalto, al torneo Settecolli di Roma. Mamma dice che lì si è commossa, poi basta, anche se ogni notte ha seguito le gare di nuoto da Tokyo: «Una grande gioia quando si è qualificato per la finale».
Staffetta 4x200 stile libero, la migliore frazione in semifinale, poi il quinto posto. Cosa è mancato?
«Che loro andassero più piano - sorride Matteo - invece sono andati tutti fortissimo, noi abbiamo fatto un tempo che nelle precedenti edizioni avrebbe significato medaglia, siamo cresciuti molto, non abbiamo nulla da recriminare».
A Latina è tornato praticamente dopo un mese. Ottenuta la qualificazione era partito il 10 luglio per il Giappone e il 21 si era spostato al villaggio olimpico. «Sì, mamma e papà li avevo visti poco in verità, anche Chiara».
Commozione?
«No, gioia certamente sì, di rivedere tutti. Ora qualche giorno qui, poi vacanze».
Dove?
«Costiera amalfitana con Martina e Sardegna in barca con amici, ho bisogno di un po' di relax».
Latina per Matteo cos'è?
«La città dove sono nato e cresciuto, poi mi sono spostato per esigenze lavorative, ma fa sempre piacere tornare».
Obiettivo Parigi 2024?
«Ho sempre ragionato stagione per stagione, continuerò a farlo, è presto per parlarne».
Al di là del risultato hai detto che porterai sempre con te questa esperienza, perché?
«Beh un'olimpiade, il contesto del villaggio, lì è tutto diverso, interagisci con atleti di altre discipline, c'è una apertura nei rapporti, poi devi regolarti con le tempistiche dei pullman, della mensa, è un'altra cosa rispetto ai raduni in hotel che fai per altre manifestazioni». Tra i tanti incontrati al villaggio il tennista Djokovic o la star del basket Danilo Gallinari.
Cerimonia d'apertura?
«Indimenticabile, è stato strano senza pubblico ma una volta dentro ti mischi con tutti gli altri, un clima straordinario».
La telefonata più bella dopo la qualificazione alla finale? «Quelle della famiglia e della fidanzata. Mi ha mandato anche un messaggio Roberto Pellegrini e mi ha fatto grande piacere». Le origini, del resto, gli inizi all'Ambranuoto, non si dimenticano.
Il rammarico?
«Alla fine nella medaglia ci speravamo, ma sono stati veramente più forti. Per quanto mi riguarda volevo partecipare e andare in finale, sono soddisfatto così».
Com'è la Pellegrini capitano?
«Ti segue, ha una battuta per tutti, una grande campionessa, essere a quei livelli per cinque olimpiadi significa avere doti fisiche ma soprattutto di testa».
Sapevate della relazione con l'allenatore?
«I rumors erano quelli....»


Tre medaglie d'oro sulle quattro conquistate finora dall'Italia passano per questa provincia, dove gli impianti non sono il massimo, come lo spieghi?
«Il centro di preparazione di Formia è un'eccellenza e il canottaggio ha le scuole militari. Per il nuoto è diverso, se vuoi fare qualcosa devi andare altrove, così come per altre discipline». Il nuoto è comunque cresciuto molto: «Sì, c'è gente talentuosa, una squadra compatta, allenamenti condivisi, non ci sono solo individualità importanti e basta pensare ai risultati delle staffette, la nostra e quelle andate a medaglia.
Si torna in vasca a fine agosto, Napoli, con la Champions del nuoto e gli Acquacenturions che hanno come capitano ancora la Pellegrini. Poi di nuovo a Livorno, allenamenti per il gruppo sportivo Esercito e l'Acquatics, quindi l'obiettivo di raggiungere la laurea in Scienze dei servizi giuridici a Roma 3. Sarà la medaglia del 2022.
Giovanni Del Giaccio
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