Elezioni, sul simbolo il Pd non decide: il direttivo prende tempo e tenta di costruire un fronte più ampio

Franca Rieti, segretaria Pd
di Andrea Apruzzese
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Martedì 20 Luglio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 09:45

 Ancora qualche giorno, per capire con quali forze si possa collaborare. Il Pd li attenderà, prima di sciogliere la riserva, e decidere se presentarsi con il proprio simbolo o meno, alle prossime elezioni a sostegno della ricandidatura di Damiano Coletta (Lbc). Giorni, che serviranno per confrontarsi con realtà come socialisti e Articolo 1, con i quali costruire un fronte molto più ampio dello stesso recinto del Pd. È questo il risultato dell'attesissima riunione del direttivo comunale del Pd, svolta ieri sera, e a cui hanno preso parte, oltre ai vertici comunali del partito, in primis la coordinatrice comunale Franca Rieti, anche il commissario provinciale Matteo Mauri e soprattutto il coordinatore regionale Bruno Astorre.
È stato proprio Mauri a dire all'assemblea che il Pd deve ritrovare le proprie energie, dopo il commissariamento seguito all'arresto dell'ex segretario provinciale, Claudio Moscardelli in seguito alla concorsopoli Asl. Mauri poi, parlando della lista, non ha escluso che se ne possa comporre una del Pd: si rinuncia al simbolo solo se ciò possa servire per riuscire a costruire un fronte più ampio, cosa da verificare in questi giorni. Mauri, in particolare, ha fatto un richiamo all'unità e alla condivisione. Un appello forte, dopo l'abbandono del Pd da parte di Nicoletta Zuliani, sabato scorso: una ferita per alcuni, un discorso già chiuso per altri.

Su Fb, il vice segretario cittadino, Stefano Vanzini, si era rivolto alla Zuliani, affermando che «riesco a vedere nelle tue parole l'incomprensione di chi non è capito: l'ho provata sulla mia pelle molte volte. Il simbolo noi lo portiamo con orgoglio, come rivendichiamo la scelta di sostenere Coletta; ora sembra che stai scappando per un porto più sicuro». Lunga la risposta della Zuliani, che ribatte come «fino a pochi giorni fa ero insieme a pochi altri l'unica esponente certa a essere candidata; tutti gli altri decidevano di non farlo in favore di qualcun altro, o per candidarsi nella lista del sindaco per avere più probabilità di essere eletti, rendendo la lista del Pd sgonfia». Rivendica poi il suo ruolo di opposizione in questi cinque anni, in cui ha «evidenziato errori dell'amministrazione nella gestione di rifiuti, urbanistica, personale». E lancia accuse forti: «Mi risulta che sia stato posto un veto da parte del sindaco e di Lbc sulla mia persona per il ruolo di vice sindaco, come anche so che è stato chiesto da parte della segretaria di Lbc di evitare di portarmi a riunioni con Lbc. Come si può sopportare che si venga a decidere dentro casa nostra?».
An. Ap.
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