La vera storia della Littorina e della donazione fantasma a Latina

La vera storia della Littorina e della donazione fantasma a Latina
di Vittorio Buongiorno
5 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Febbraio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 09:40

E' una storia piena di storie quella della Littorina rottamata nei giorni scorsi: a seconda di dove la si guardi se ne ricava una immagine diversa. Quindi per raccontarla bisogna andare per ordine e soprattutto cominciare dalla fotografie. La Littorina ormai era un ferrovecchio, e, per inciso, come tale è stata venduta. Era stata oggetto di alcuni lavori di restauro, essenzialmente il rifacimento delle lamiere esterne e lo smontaggio di tutti i sedili che sono stati restaurati. Ma questo è accaduto tra il 2004 e il 2006, poi praticamente più nulla. «Dentro ormai ci avevano fatto il nido i topi» racconta Paola Berardi, amministratrice della Sei, la società sul cui piazzale per 17 anni è rimasta la Littorina.
Tutto è cominciato infatti nel 2004. Era sindaco Vincenzo Zaccheo. Lui e Aldo Berardi si conoscevano bene. Era l'anno in cui venne lanciato il progetto della metropolitana di superficie. Le due cose - la Littorina e la Metro - erano strettamente collegate. «Trenitalia dona una littorina al Comune, sarà un museo», riportò la cronaca del Messaggero nel luglio di quell'anno. «Il dono è stato comunicato ufficialmente al sindaco Zaccheo dal presidente di Trenitalia Gianfranco Legitimo in una nota che illustra anche i progetti futuri della società». Un pezzo da museo che «che era fermo da decenni a Pistoia - spiegò Legitimo, morto due anni dopo - e che con una adeguata opera di restauro potrà essere riportata ai fasti di un tempo ed essere utilizzata magari anche a scopi didattici».
La Littorina arrivò a Latina Scalo lungo la rete ferroviaria, poi con un trasporto eccezionale fu trasferita via gomma fino alla Sei, a Tor Tre Ponti. A che titolo? «Probabilmente fu l'allora sindaco Vincenzo Zaccheo a chiederlo a mio padre, ma non abbiamo trovato alcun atto di questa donazione». In archivio è stata rinvenuta solo la lettera di un avvocato di Roma a cui Aldo Berardi si era rivolto per capire come uscire da una situazione imbarazzante. Era il 2012. «Ho esaminato la singolare questione da Lei sottopostami e, al fine di decidere quali concrete iniziative assumere nei confronti del Comune di Latina». Già, perché «la SEI è stata verbalmente incaricata da un organo politico del Comune di Latina di curare il trasporto e il deposito di una antica littorina, al fine di effettuarne il restauro e riportarla all'originario fasto». Incaricata verbalmente. Roba d'altri tempi quando le cose si facevano così. Il restauro fu avviato ma nessuno lo pagò. «il Comune si è successivamente disinteressato della questione e la littorina continua a giacere in deposito presso l'area di proprietà di codesta società». A che titolo? L'avvocato visto che non c'erano documenti che attestassero la donazione e l'incarico per i lavori spiegò che era difficile pretendere il riconoscimento del debito per quel «contratto atipico», ma anche rivendicare l'usucapione appariva complicato.
Nel frattempo Zaccheo non era più sindaco, il progetto della metropolitana è deragliato e alla Littorina nessuno ha mai più pensato. «Ma per noi era ed è rimasta un problema - racconta Paola Berardi - Abbiamo cercato invano la documentazione, abbiamo anche rintracciato il trasportatore, ma neppure lui ha saputo fornirci delle carte. Ricordo che all'arrivo il mezzo era in condizioni dignitose, mio padre comprò della lamiera e un meccanico si dedicò al restauro. Ma è andato in pensione da molti, molti anni e nessuno ci ha più pensato».
Oltre alla lamiera vennero smontati i sedili. «Li abbiamo ancora, sono stati rimessi a posto, rifoderati in pelle, la società spese parecchi soldi, mi sembra di ricordare 20 mila euro - spiega la Berardi - Poi sono stati accatastati e là sono rimasti». Ma perché la Littorina è tornata d'interesse? «Una volta entrata in società ho cercato di capire e ho chiesto al Comune se fosse interessato a riprenderla, mi sarei accontentata di recuperare i soldi per le spese sostenute, ma nessuno era interessato. Chiesi anche a Piana delle Orme (il museo dei reperti bellici, ndr) e anche alle Ferrovie. Ma tutti la volevano gratis. La Sei si trova in una situazione complicata, aggravata dal Covid, per questo abbiamo chiesto di poter recuperare quei soldi, almeno il valore del rottame altrimenti l'avrei venduta. E così ho fatto».
Già, perché questa Littorina non era di nessuno. Quando la Sei si è fatta avanti nel luglio scorso con il Comune di Latina si è sentita rispondere: «Non sono stati rinvenuti atti e/o corrispondenza in merito alla richiesta di deposito della vettura ferroviaria dismessa, né atti da cui possa risultare l'acquisizione al patrimonio dell'Ente del vagone ferroviario in oggetto - si legge nella lettera della dirigente Angelica Vagnozzi - Se diversamente la SEI spa dispone di documentazione al riguardo, restiamo a disposizione».
Certo, rottamarla è stato un peccato. «Ma che dovevo fare? - dice Paola Berardi - Non se ne voleva interessare nessuno e occupava uno spazio considerevole che nessuno ci ha mai pagato. Sarebbe stato bello donarla, ma una società deve far quadrare i conti». Così è stata venduta come ferrovecchio. «Il rottame ci è stato pagato circa 12 mila euro, non ci abbiamo rifatto neppure le spese».
In questi ultimi giorni Aldo Berardi, padre di Paola ed ex amministratore della Sei, è tornato in Comune. «Ci ha detto che la stavano per rottamare - racconta l'assessore Emilio Ranieri - anche a lui è stato chiesto se avesse documenti che attestassero quanto asseriva in relazione alla donazione e all'affidamento, ma non ha prodotto alcuna carta». Questo ha segnato la sorte della Littorina che è stata rottamata nei giorni scorsi. D'altra parte era un rottame ormai da molti anni. Ironia della sorte: doveva essere il pezzo d'epoca che legava il progetto della metropolitana di superficie agli anni di Littoria. E invece è finita in niente, proprio come la metro.
Vittorio Buongiorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA