La protesta silenziosa dei tassisti di Latina

La protesta silenziosa dei tassisti di Latina
di Rita Cammarone
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Giovedì 7 Luglio 2022, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 18:55

«I motivi della protesta contro il ddl concorrenza sono giustissimi, ma prima di tutto il servizio». Pasquale, fermo ieri mattina in piazza del Popolo a Latina con il suo taxi, non ha preso parte alla manifestazione andata in scena davanti Palazzo Chigi.
«Ho già accompagnato cinque donne anziane al centro analisi, in farmacia, a fare il tampone - spiega - Ritengo che non sia giusto privare i cittadini di un servizio che diventa essenziale per le categorie più fragili. Da Latina qualche collega è andato a Roma a protestare. Io sono rimasto al lavoro».
Pasquale è uno dei 18 tassisti operativi nel capoluogo pontino; ha comprato la licenza nel 1993. «Già se l'avessi venduta negli anni scorsi ci avrei rimesso a causa dell'inflazione e della perdita del potere d'acquisto. La pagai 70 milioni delle vecchie lire. Con il ddl non vale più niente. Oltre il danno la beffa. Le licenze dovevano essere il nostro Tfr, la liquidazione per intenderci, e invece ci ritroveremo con un pugno di mosche in mano». La preoccupazione di Pasquale, prossimo alla pensione, come lascia intendere, è condivisa da altri colleghi, che però non hanno molta voglia di parlare.
LE COOP
I tassisti di Latina sono suddivisi in due cooperative, la Radio Taxi Latina, con sede nel capoluogo, e Chiama Taxi Latina, succursale di un'azienda di Napoli. Per tutta la giornata cerchiamo di contattare i referenti dei due sodalizi, Francesco Giovannini e Giovanni Pacini, senza successo.

Alla fine Giovannini ci mette in contatto con il suo vice Luca Falso.
«L'adesione allo sciopero è stata minima, perché qui a Latina avrebbe avuto poca visibilità afferma Abbiamo preferito garantire il servizio, particolarmente richiesto per motivi sanitari. Condividiamo la protesta al 100%. Sono anni che, attraverso decreti, poi modificati, veniamo penalizzati. L'articolo 10 del Ddl va a svantaggio della nostra categoria, ma anche dei clienti che oggi pagano un servizio con tariffe stabilite dal Comune. Abbiamo subito l'aumento del carburante, senza che le tariffe fossero adeguate. Cosa succederà con le piattaforme delle multinazionali? Chiunque potrà fare il tassista, senza esserlo. Basterà avere un'automobile e un telefono. Chi vigilerà sui prezzi?»
I numeri di servizio, l'1881 della Radio Taxi e l'1747 della Chiama Taxi, sono operativi e ci consentono di interloquire direttamente con il tassista di turno. Sono tutti arrabbiati con il Governo, ma sono in servizio e non possono sfogarsi a dovere.
Alcuni affermano che l'applicazione Uber a Latina non avrebbe senso e che ucciderebbe la professionalità degli appartenenti alla categoria: «Le piattaforme monopolizzano la domanda sbotta uno dei tassisti in sosta - Con il Ddl chiunque, dotato di quattro ruote, può trasportare le persone. Si promuove il principio della concorrenza, senza salvaguardare il lavoro, l'esperienza acquisita, la professionalità, la peculiarità del servizio. Noi ci rivolgiamo ad una clientela occasionale, per un'esigenza immediata di spostamento, il servizio di noleggio con conducente risponde ad un altro tipo di richiesta, per spostamenti personalizzati e programmati. Con il Ddl si vuole dare una spallata alle categorie, facendo gli interessi delle multinazionali».
La giornata è ancora lunga e le richieste da soddisfare, in una delle città più calde d'Italia di questa torrida estate, sono ancora tante.
 

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