Io sono Enea, associazione in memoria di Fabio Gianfreda

Io sono Enea, associazione in memoria di Fabio Gianfreda
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Martedì 30 Novembre 2021, 05:03
LA STORIA
È nata Io sono Enea, associazione che si batte contro il disagio sociale e che mira a sensibilizzare i più su quelle tematiche adolescenziali di cui spesso non si vuole sentir parlare: suicidio, rischi della rete, depressione. A volere intensamente la nascita dell'associazione è stata la famiglia di Fabio Gianfreda, 19enne di Latina che si è tolto la vita nel dicembre 2020 in un hotel di Roma dopo aver ingerito nitrito di sodio. TRa gli obiettivi dell'associazione c'è anche quello di far chiudere gli altri siti e le altre chat che istigano al suicidio. E anche sensibilizzare i genitori sui pericoli specifici della rete e promuovere una riflessione sui protocolli che oggi vengono seguiti da psicologi e psichiatri che hanno pensieri suicidi «perché riteniamo che come è successo a nostro figlio e ad altri ragazzi siano insufficienti».
Il padre del ragazzo, Marco Gianfreda, spiega: «La perizia su pc e telefono di Fabio è stata depositata, ma non ne abbiamo ancora avuto copia. Si cercava la certezza di un contatto di Fabio con il sito che siamo riusciti a far oscurare in Italia e per il quale sono state inviate rogatorie internazionali per far sì che sia inaccessibile da ogni Paese. Purtroppo ad oggi continua ci sono escamotage per accedere anche dall'Italia a seconda del dispositivo che si usa e se si appoggia o meno ad un operatore che lavora anche dall'estero. Vogliamo inoltre conoscere i profili degli amministratori così da dare un volto a chi sul web pubblica ricette per togliersi la vita senza rimpianti e invia tramite chat precisi vademecum su cosa comprare e come fare». Grazie alle battaglie della famiglia di Fabio e a quelle dei ragazzi che hanno avuto lo stesso epilogo e gli stessi contatti con il sito in questione, infatti, la Polizia Postale era riuscita ad oscurare il sito che dava consigli su come uccidersi. Ma per la famiglia non basta. «Dalle perizie capiremo se Fabio è stato su questo sito e ha preso le informazioni dal menù a tendina dove c'era un elenco dei metodi da utilizzare per uccidersi tramite il nitrito di sodio o se addirittura c'è stata una chat con qualcuno che l'ha seguito passo dopo passo, fino all'ultimo. Per ora, anche senza le carte che lo attestano, crediamo che sia così perché le modalità sono identiche a quelle che altri ragazzi hanno avuto dopo aver avuto contatti con il sito in questione». In attesa di chiarimenti in merito, «vogliamo tramite l'associazione inibire la libera vendita del nitrito di sodio in Italia, come avviene in altri Paesi». Infine, e questo è l'aspetto che fa sentire la famiglia ancora e davvero vicina a Fabio, è quello di continuare come è possibile le attività che amava e quindi recitazione e canto. «Sono un'espressione artistica con un ruolo protettivo che riesce a far esprimere paure e disagi. Per questo dopo le due borse di studio assegnate abbiamo in programma un workshop di tre giorni giorni per 30 persone di età compresa tra i 16 e i 20 anni».
Bianca Francavilla
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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