Intimidazione mafiosa a un consigliere di Terracina, Maietta indagato dalla Dda

Intimidazione mafiosa a un consigliere di Terracina, Maietta indagato dalla Dda
di Elena Ganelli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Luglio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:43

 Avrebbe commissionato una pesante intimidazione con finalità politiche utilizzando alcuni componenti del clan Di Silvio. E' la nuova pesante ipotesi accusatoria che i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma contestano all'ex parlamentare ed ex presidente del Latina calcio Pasquale Maietta, destinatario di un avviso a comparire notificato nei giorni scorsi e firmato dal sostituto procuratore Corrado Fasanelli. Al momento non risultano altri indagati, gli esecutori delle minacce infatti sono rimasti ignoti almeno fino ad oggi.
I reati ipotizzati sono quelli di violenza e minacce a un corpo politico o amministrativo messe in atto con modalità mafiose, reati consumati nella primavera 2015 a Terracina, alla vigilia della caduta della Giunta comunale guidata da Nicola Procaccini. Secondo la ricostruzione dei magistrati il 5 maggio di quell'anno due persone di etnia rom non identificate e ritenute esecutrici materiali dei reati avrebbero fermato un consigliere comunale di Terracina, Umberto Di Mario, minacciandolo affinché non votasse la sfiducia al primo cittadino Procaccini la cui poltrona era in bilico. Un intervento messo in atto con modalità mafiose utilizzando la forza di intimidazione derivante dall'appartenenza all'etnia rom e dall'essere vicino a Costantino Cha Cha Di Silvio.
LA RICOSTRUZIONE
Il mandante di tale intimidazione o meglio l'istigatore di tale intimidazione secondo l'Antimafia era proprio Pasquale Maietta, all'epoca dei fatti in carica come parlamentare di Fratelli d'Italia, lo stesso partito del sindaco di Terracina. Le minacce però non sono andate a buon fine perché il giorno successivo, il 6 maggio 2015, 13 consiglieri comunali si sono dimessi dal loro incarico così facendo cadere l'amministrazione cittadina.

Dei dimissionari tre appartenevano a Fratelli d'Italia: Gianfranco Azzola, Angelo Scirocchi e lo stesso Umberto Di Mario ai quali si sono aggiunti Vincenzo Coccia, Giuseppe D'Andrea, Alessandro di Tommaso del Pd, Vittorio Marzullo di Sel, Valentino Giuliani, Luciano Pecchia, Pietro Palmacci e Augusto Andrea Basile di Forza Italia, Roberto Palmacci e Dario Venerelli. E in quella occasione lo stesso Maietta aveva parlato di «pagina buia e inqualificabile delle vicende politiche locali e non solo» e definito un «atto irresponsabile e privo di ogni fondamento reale quello compito dai consiglieri comunali che hanno deciso di porre fine ad una amministrazione in sfregio alle esigenze dei cittadini e arrecando un danno incalcolabile alla loro città, lasciandola commissariata alla vigilia di una stagione estiva importante per il rilancio dell'economia e della crescita sociale della città stessa». Parole pesanti che oggi, alla luce della nuova inchiesta della Dda, assumono un ulteriore significato.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA