Informatori scientifici senza vaccino, parte da Latina il grido di allarme: appello alla Regione

Informatori scientifici senza vaccino, parte da Latina il grido di allarme: appello alla Regione
di Rita Cammarone
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Lunedì 12 Aprile 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 10:56

Informatori medico-scientifici in cerca di vaccini. E' il paradosso che accomuna i professionisti di questa categoria in tutto il Lazio. A differenza di altre 12 regioni, gli informatori del farmaco che operano nel Lazio e che quotidianamente frequentano le strutture sanitarie pubbliche e private e gli ambulatori di medicina generale, non sono stati ancora sottoposti a vaccinazione perché non riconosciuti ad alto rischio.


LA DENUNCIA
«Stiamo pagando il prezzo alto dei contagi - dice Francesca Conte, della Chiesi Italia, che opera nel territorio pontino - abbiamo perso un collega di Viterbo, informatore scientifico anche al Goretti di Latina, altri due colleghi sono stati dimessi con ausilio di ossigeno e un altro è tuttora intubato allo Spallanzani. Solo per citare alcuni casi di cui ho conoscenza diretta». Il tema è stato rilanciato da Enzo De Amicis, medico di medicina generale di Latina che, ricevendo più giorni a settimana nel suo studio gli informatori per un puntuale aggiornamento sul corretto uso dei farmaci, ha mostrato un po' di preoccupazione nel sapere che non sono stati ancora vaccinati. «Mentre in Italia migliaia di persone sono state vaccinate senza avere alcun titolo dice De Amicis è sconcertante il fatto che si faccia difficoltà a ricomprendere gli informatori nelle classi a rischio. Nell'ultima ordinanza del commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, si cita espressamente il completamento delle vaccinazioni, parallelamente a determinate categorie, di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private».


La questione è stata sollevata il mese scorso in Regione, con una nota a firma di una quarantina di informatori scientifici, indirizzata al presidente Nicola Zingaretti.

Ma la risposta è stata una tegola. L'attività medico scientifica si legge nella nota di risposta di Area Farmaci e dispositivi della Regione Lazio - è tra le attività che non hanno un contatto diretto con l'assistito e pertanto, considerando che fino ad oggi l'attività è stata svolta efficacemente da remoto, rientrerà nelle categorie di vaccinazione per età. «Inaccettabile - lamentano gli informatori - che la Regione non sappia cosa facciamo. Dopo il lockdown di inizio pandemia non c'è stato più alcun Dpcm a imporre l'attività da remoto, per altro accettata in media da soltanto due medici su cento». Nel mentre gli informatori scientifici confidano in un ripensamento da parte della Regione, il dottor De Amicis si è fatto carico del problema sollecitando Loreto Bevilacqua, responsabile della campagna vaccinale della Asl pontina, a trovare una soluzione. «Ci sentiamo fortemente discriminati ha concluso la dottoressa Conte per 12 regioni siamo una categoria a rischio. Il rischio o c'è per tutti, a parità di condizioni, o per nessuno».


I NUMERI
Sabato, a Latina e in provincia, sono state effettuate 1.979 somministrazioni di vaccini anti-Covid. L'accelerata sugli over 80, imposta dal generale Figliuolo e che in provincia di Latina si è tradotta nell'anticipazione entro il 30 aprile degli appuntamenti già in agenda dal primo al 31 maggio, ha reso necessaria l'apertura di un nuovo centro vaccinale Pfizer a Gaeta, presso il Di Liegro. Intanto, da oggi, sarà operativa nel capoluogo la nuova sede per la vaccinazione Pfizer in viale Vittorio Veneto.

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