«Impressionanti i dati sulla cassa integrazione»

«Impressionanti i dati sulla cassa integrazione»
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Giovedì 14 Gennaio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 15:36

IL CASO
Sono numeri impressionanti quelli forniti dalla Uil di Latina sulla cassa integrazione sono quasi 18 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate da gennaio a novembre 2020 sul territorio pontino che è in fortissima crisi. Parliamo di un valore che eccede di oltre tredici volte quello dello stesso periodo dell'anno precedente.
Tradotto in unità di lavoro stimiamo che siano stati mediamente circa 10mila le persone a essere interessate da questo tipo di ammortizzatore sociale durante l'emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, spiega il segretario generale della Uil di Latina Luigi Garullo, alla luce del focus realizzato dalla UIL Lazio insieme all'Istituto di ricerca Eures sui primi effetti della pandemia nella provincia pontina.
Ma c'è di più: Questi numeri impattano su uno scenario occupazionale già critico. Il 2019 si era infatti chiuso con un tasso di occupazione pari al 54,4% (contro il 61% della media regionale) e con un indice di disoccupazione di quasi quattro punti percentuali superiore alla media laziale con oltre 33mila residenti pontini alla ricerca disperata di un lavoro.
Il rischio è che l'emergenza Covid, il lockdown, le chiusure delle attività considerate non essenziali, le attuali indispensabili limitazioni per scongiurare una terza ondata provochi una lacerazione del tessuto economico e sociale può diventare concreto. Settori quali il manifatturiero, il turismo, le attività culturali, solo per citarne alcuni, sono in ginocchio. E la cartina al tornasole è il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno fatto ricorso alla cassa integrazione ad aprile scorso: 54mila unità.
Ma non è tutto - aggiunge Garullo - In una provincia dove le esportazioni rappresentano oltre il 54 per cento della ricchezza prodotta, i dati relativi al commercio con l'estero destano forte preoccupazione: in soli nove mesi (da gennaio a settembre 2020) le esportazioni hanno presentato una flessione del 10,5%. Circa 800 milioni di euro in meno, un calo in gran parte determinato dalla riduzione delle vendite all'estero di prodotti farmaceutici e chimico medicali (-12,3%) nonostante la dinamica di crescita del mercato globale in questo settore. Si segnala inoltre un contestuale incremento delle importazioni (+10,1 per cento), determinato dalla specificità della produzione farmaceutica locale orientata prevalentemente alla trasformazione e al confezionamento di prodotti finiti, da cui dovrebbe derivare un nuovo aumento delle vendite all'estero nel prossimo futuro. Analizzando poi il numero delle richieste alle misure straordinarie per affrontare l'emergenza coronavirus, si ha il quadro completo della crisi in atto: sono state 11mila le domande per usufruire del reddito di emergenza, altrettante quelle per l'indennità per i professionisti con partita via e lavoratori co.co.co.
Oltre 16mila le richieste di indennità una tantum per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Il 2020 è stato un anno orribile - conclude il segretario Uil e certo il 2021 non si è aperto sotto i migliori auspici».
Francesca Balestrieri
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