Rapine e botte alle ex fidanzate, la vita fuori controllo di Daniel Marcu

In Italia da dieci anni, ha sempre vissuto da solo. Una vita di espedienti e qualche giornata a raccogliere olive o dietro al bancone di un bar

Rapine e botte alle ex fidanzate, la vita fuori controllo di Daniel Marcu
di Monica Forlivesi
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Lunedì 8 Maggio 2023, 12:06

LATINA - Una coperta buttata per terra in una fabbrica abbandonata a pochi chilometri da Latina, e lui raggomitolato lì a dormire. È una storia di miseria e di vite che si trascinano ai margini, da un furto all'altro, da una denuncia all'altra, poi i processi, il carcere e di nuovo fuori, per vivere senza orizzonte, mettendo in fila una lunga lista di espedienti.


Daniel Dragos Marcu, 30 anni, ieri mattina era lì per terra a dormire quando sono arrivati i poliziotti, tra erbacce e ruderi, e lo hanno arrestato. Ed era in un altro sito dismesso mercoledì notte, dove dormiva perché il padrone del monolocale in cui viveva, in via Dormigliosa a Latina Scalo, lo aveva mandato via. È lì che ha incontrato le sue vittime, la coppia di fidanzati giovanissimi che ha aggredito: un colpo al viso a lui, vent'anni compiuti da pochi mesi, che lo fa crollare a terra svenuto, per poi sequestrare, in un'escalation di terrore e angoscia per la ragazza trovata ferita e sconvolta, poche ore dopo, ai margini di una strada. Daniel Marcu è in Italia da una decina d'anni: era un ragazzo di nemmeno vent'anni e da allora vive di piccoli furti alternati a rapine, qualche giornata a raccogliere olive e qualche altra dietro al banco di un bar. Poi di nuovo i furti, una volta in una casa, una volta in un negozio, ma anche una violenta rapina in casa di un anziano, accecato con uno spray urticante e brutalmente picchiato. E ancora storie di ricettazione e maltrattamenti nei confronti di tre donne.
«Era giovanissimo - racconta il suo avvocato, Adriana Anzeloni - quando mi chiamarono dal carcere di Latina, era accusato di furto insieme a una fidanzata di allora, anche lei giovanissima e sua connazionale, una decina di anni fa».

In Italia da allora, sempre solo, la madre vive e lavora in Spagna. A Latina Scalo lo conoscono di vista in tanti, sono anni che lo vedono spesso al punto scommesse con altri connazionali della stessa età, ma anche al ristorante o al bar, se ha qualche soldo in tasca.


Quando la prima sentenza passa in giudicato, si aprono per le lui le porte del carcere, sei mesi. L'esperienza non lo spinge a cambiare rotta, la sua vita è quella. Arrivano le denunce per maltrattamenti: la prima diversi anni fa, da una fidanzata, e finisce con una condanna a 4 anni (ora è in appello). Sono relazioni difficili, alterate dall'alcol, che finiscono spesso in liti violente e botte; si lasciano e poi tornano insieme, poi altre querele. Succede con altre due donne, lo hanno denunciato per maltrattamenti ed è in attesa di processo.
Un solo linguaggio, quello della violenza sembra animare la vita di Daniel Marcu, eppure, nei suoi cinque profili Facebook, c'è un'informazione che balza agli occhi, quella sull'istruzione: il liceo, in un profilo l'Università in Romania (facoltà di lingue e letteratura estera), in un altro l'Università in Italia, in un altro ancora l'Università a Bacau, la contea in cui si trova la sua città di origine, un piccolo comune di 20.000 anime, Moinesti. Un'immagine lontana dalla realtà che è fatta di miserie umane e di violenza, quella che ieri lo ha portato - giubbotto nero, pantaloni neri, sneaker - di nuovo in carcere, a Latina, per rispondere di una tra le più orribili accuse.
 

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