Un piccolo museo archeologico disseminato in alcuni angoli del Castello medievale, del palazzo comunale e della Biblioteca civica. Il ritrovamento di reperti archeologici di ignota provenienza, mai inventariati, ha spinto ieri il sindaco di Itri, Giovanni Agresti a presentare, presso la caserma dei carabinieri, una denuncia contro ignoti. La scoperta, avvenuta in occasione della ricognizione di beni di proprietà comunale, non ha mancato di suscitare sorpresa e anche indignazione tra i nuovi amministratori comunali di fronte al ritrovamento di numerosi reperti archeologici di cui risulta sconosciuta la provenienza. «Nella fattispecie - sottolinea il sindaco Agresti - sono stati rinvenuti numerosi e importanti beni archeologici all'interno del Castello medioevale, della casa comunale, della biblioteca e anche del Museo del Brigantaggio, strutture che il Comune di Itri ha necessità di rendere nuovamente fruibili al pubblico in totale sicurezza. Tali reperti, tra i quali anche alcune epigrafi, non risultano inventariati tra i beni mobili del Comune, né è stata rinvenuta agli atti dell'ente locale alcuna documentazione attestante l'origine e la provenienza degli stessi».
In seguito a tali ritrovamenti, abbandonati in luoghi istituzionali importanti e largamente frequentati, il sindaco e l'amministrazione hanno preferito denunciare la presenza di tali reperti all'autorità giudiziaria affinché «vengano svolte le necessarie indagini, con riserva di costituirsi parte civile nell'instaurando procedimento penale». Naturalmente, i reperti ritrovati durante un'attenta opera di ricognizione dei beni di proprietà comunale, saranno ora inventariati, studiati in modo approfondito da esperti e custoditi insieme agli altri reperti più significativi di cui il Comune già dispone da decenni. In serata è arrivata al sindaco anche una telefonata dalla Soprintendenza per una prossima ispezione a Itri per l'esame del materiale rinvenuto, parte del quale potrebbe provenire dalla zona di San Cristofaro. Resta da capire perché siano stati abbandonati.
Andrea Gionti
© RIPRODUZIONE RISERVATA