Il Comune di Latina prepara il Daspo urbano contro i clochard

Il Comune di Latina prepara il Daspo urbano contro i clochard
di Fabrizio Scarfò
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Martedì 28 Febbraio 2023, 11:31

Ha portato loro pizza calda e aranciata per rifocillarli dopo un'altra nottata passata al freddo. Un'iniziativa del tutto spontanea di una giovane ragazza, probabilmente residente nei paraggi, che ieri mattina ha voluto tendere una mano ai senzatetto accampati sulle panchine del parco pubblico di via Don Morosini, una delle situazioni più delicate della città di Latina e per la cui risoluzione l'Ente di Piazza del Popolo e la Polizia Locale hanno recentemente deciso di fare squadra. Molti dei clochard che tirano avanti nell'accampamento giornaliero e notturno fatto di coperte, pentole e suppellettili di ogni genere, uomini e donne poco abbienti che vivono all'aperto il loro quotidiano, sono infatti restii ad essere aiutati e la maggior parte di loro non accetta neanche di recarsi presso il dormitorio locale. Una situazione complessa, con evidenti conseguenze sul decoro e le condizioni igienico sanitarie dell'intero quartiere, delle quali a più riprese si sono lamentati residenti e commercianti del centro, molti dei quali hanno sottoscritto una petizione per riappropriarsi di quegli spazi. Tuttavia, grazie ad una recente modifica del regolamento di polizia urbana, approvata dal commissario prefettizio, istituzioni e forze dell'ordine hanno fissato in maniera più esplicita il divieto di bivacco, al fine di garantire un'inclusione sociale dignitosa e, al contempo, prevenire fenomeni di degrado. «A breve attiveremo tutte le procedure per rendere operativo il Daspo urbano» spiega infatti il comandante della Polizia Locale Francesco Passaretti i cui agenti, grazie alla modifica alla lettera m del comma 1 dell'articolo 8 del loro regolamento, potranno adesso applicare una sanzione amministrativa di 100 euro e un ordine di allontanamento di 48 ore a chiunque violi il divieto di «bivaccare, sedersi o sdraiarsi per terra nelle strade, nelle piazze, sui marciapiedi, sotto i portici, nei parchi, recando intralcio e disturbo, non permettendo la libera fruizione degli arredi urbani, ovvero ostruendo le soglie degli ingressi e portici».


In caso di reiterazione della condotta, inoltre, la sanzione raddoppia e l'allontanamento può prolungarsi fino a 12 mesi attraverso l'intervento del Questore. «Misure più severe, dunque, pensate per riportare decoro, sicurezza e dignità in tutta la zona», dice Roberto Cecere, segretario generale della Cisl di Latina, che ha i suoi uffici a due passi dal parco pubblico e che in un recente incontro con il commissario Valente e il comandante Passaretti ha chiesto «soluzioni all'altezza di una comunità civile. Non è possibile assistere ad un dramma umano di queste dimensioni in pieno centro: sono persone che vanno tutelate ed aiutate». Il problema è questo: i clochard non vogliono andare via di lì e non vogliono dormire in una struttura chiusa. Nessuno fino ad oggi li ha convinti e ora, con la modifica del regolamento di polizia urbana il loro allontanamento è più vicino. Quello che chiedono in molti, compresa la Cisl. «Dare dignità significa non solo farlo con chi scegliere di vivere sulle panchine - insiste Cecere - ma anche con i residenti della zona. La piazza va sgomberata: la comunità di via Don Morosini è allo stremo e va riconsegnata loro un'area dove negli ultimi anni, al pari degli accampamenti di fortuna sorti in via Pisacane e ai lati della Galleria Pennacchi, è mancata la vigilanza da parte delle istituzioni».
Ma come concedere adeguata accoglienza a chi sceglie di vivere fuori dalle reti sociali? Il Comune, in questi mesi di commissariamento, ha scelto al posto della politica la strada del Daspo urbano. Sarà quella giusta?
 

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