Latina dopo il ballottaggio: il centrodestra, i traditori e come agire in Consiglio

Latina dopo il ballottaggio: il centrodestra, i traditori e come agire in Consiglio
di Giovanni Del Giaccio
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 14:11

Vincere con le liste e non con il sindaco. Cercare i traditori, quelli che hanno consigliato il voto disgiunto per dire che Vincenzo Zaccheo non era la scelta migliore. Ritrovarsi all'opposizione e sperare di restare uniti. Sì, perché con la situazione della cosiddetta anatra zoppa già dalle prime ore dopo la vittoria di Damiano Coletta negli ambienti del centro-destra non si parla d'altro che di possibili transfughi. Cioè dei 4-5 consiglieri eletti con la coalizione che ha candidato Vincenzo Zaccheo, pronti a passare con il sindaco e a garantirgli governabilità. Ipotesi difficile, ma tutt'altro che impossibile.
Dichiarazioni ufficiali non ne arrivano, ma tra i big della coalizione, oltre a leccarsi le ferite per la sconfitta del capoluogo - che si unisce a quella di Cisterna e di Sezze - si getta acqua sul fuoco. Pochi credono all'ipotesi di tradimenti anche in consiglio comunale, ma la linea che si cerca di far passare è quella che si valuterà di volta in volta nell'assise civica come comportarsi. «Se ci chiedono di votare il gay pride - si lascia sfuggire qualcuno - diciamo no, ma sul resto non abbiamo preclusioni». Nascerà una maggioranza d'aula di volta in volta? O Coletta cercherà di persuadere qualcuno a essergli più vicino?


LE IPOTESI
Un'intesa formalizzata con Coletta? Ripetiamo, circolavano addirittura nomi a risultato appena acquisito lunedì pomeriggio. Ma nessuno esce allo scoperto né conferma questa disponibilità. Negli ambienti del sindaco sono pronti a scommettere che la consiliatura partirà tranquillamente e durerà, già all'indomani del primo turno il mantra era «Vinciamo, poi se ne parla». Fino a lunedì mattina c'era la certezza di poter pescare tra qualcuno che nel centro destra ha bocciato Zaccheo o meglio sulla responsabilità di qualche consigliere.
Ecco la maggioranza d'aula, già sperimentata con Nicola Zingaretti alla Regione Lazio prima dell'accordo con i 5stelle.

Ipotesi che passa anche, per esempio, nella concessione di qualche commissione o incarico particolare. La politica, del resto, è l'arte del compromesso.


L'INDICAZIONE
«Non ci divideremo» - ripetono dagli ambienti di Zaccheo, ma è chiaro che le divisioni che c'erano nella coalizione prima di indicare in extremis il candidato sindaco, sono rimaste e rischiano di acuirsi. Forze politiche che nel 2016 andarono divise consentendo a Coletta di vincere e che oggi tornano unite ma non eleggono il sindaco pure ottenendo al primo turno il 53% dei consensi qualcosa debbono chiederselo. Non solo, Zaccheo al secondo turno ha preso meno voti che al primo (da 30.433 a 24.888).
Soprattutto in una città dove è stato dilapidato un patrimonio. Di quello che era il laboratorio della Destra al governo all'indomani dell'elezione di Ajmone Finestra sindaco, restano tanti capaci di prendere preferenze, ma manca una visione unitaria e non da oggi. Così dopo la batosta alle politiche del 2013 che videro il trionfo dei 5stelle sull'onda lunga nazionale del movimento di Beppe Grillo, la sconfitta del 2016, c'è questa situazione che la dice lunga sui rapporti tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, oltre che le civiche che hanno sostenuto Zaccheo.


L'EX SINDACO
Si è assunto la responsabilità, Vincenzo Zaccheo, che conclude una carriera politica ai vertici con una sconfitta. Sarà il padre nobile nell'aula consiliare che conosce come le sue tasche, ma non era per questo che aveva deciso di ripresentarsi. Ecco l'altra sfida del centro-destra, incapace negli ultimi anni di trovare una figura adeguata a contrastare Coletta: far crescere - come si diceva un tempo - una figura autorevole e spendibile. Ma intanto da più di qualche parte si parla di traditori e voltagabbana. Non si parte nel migliore dei modi.

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