Latina, Francesco Pannone, 24 anni è la rivelazione del Consiglio comunale: «Un onore lavorare per la città»

Latina, Francesco Pannone, 24 anni è la rivelazione del Consiglio comunale: «Un onore lavorare per la città»
di Rita Cammarone
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Sabato 23 Ottobre 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 17:58

Francesco Pannone, 24 anni, è una delle new entry del Consiglio comunale di Latina. E' stato eletto in quota alla lista Riguarda Latina, a sostegno della candidatura a sindaco di Damiano Coletta, con 349 preferenze. Laurea triennale in Scienze Politiche presso l'università Roma Tre, ha discusso una tesi sulla transazione dal comunismo al pluralismo in Ungheria. Sta ora proseguendo gli studi per la magistrale a La Sapienza, dopo una breve sospensione dovuta alla campagna elettorale. Un patito della politica, prima ancora di diventare segretario provinciale del Movimento giovanile della Sinistra e dal 2020 segretario comunale di Articolo 1.
Quando ha iniziato a fare politica? «A 14 anni risponde Quando sono arrivato alle superiori ero convinto di trovare entità politiche organizzate e invece non c'era nulla. Ci siamo dovuti costruire da soli. Quando è nato Articolo 1 nel 2017, provenivo dall'esperienza di Sinistra ecologia e libertà. Durante il periodo universitario a Roma Tre sono stato rappresentante di Facoltà e presidente della Consulta regionale Lazio DiSCo».

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Quella per la politica è una passione ereditata dalla famiglia? «In famiglia si è sempre respirato politica, anche a tavola la domenica. Mio padre Paolo ha fatto politica, ma a pezzi. Si candidò una volta nel 1997. Negli ultimi tempi (Paolo Pannone è morto il 27 luglio 2020, ndr) si era avvicinato ad Articolo 1. Con mio zio Giuseppe, già consigliere comunale e provinciale, prima esponente della Margherita e poi del Pd, ho discusso molto, soprattutto nel periodo renziano del Partito democratico. Diciamo che non eravamo sullo stesso piano, ma negli ultimi mesi e in questa campagna elettorale abbiamo trovato una convergenza politica. Che dire di mio zio Gianfranco? Nei suoi film parla molto di politica. Mia nonna Maria Rosaria è stata candidata più volte, nel 2005 anche alle regionali quando vinse Piero Marrazzo. Ma io ho seguito la mia strada in piena autonomia. Io sono fissato per la politica, mi piace la storia dei partiti in particolare italiani e dell'Est Europa, e sono capace di andarmi a vedere tutti i risultati elettorali delle ultime elezioni dell'Equador, piuttosto che dell'Estonia».

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Perché si è candidato alle elezioni comunali? «Come prosecuzione naturale del mio impegno politico per la città. Lavorare per cambiare qualcosa, in rappresentanza di chi mi ha votato, sarà per me un onore». Qual è il progetto per Latina che più le darebbe soddisfazione nel vederlo realizzato? «La città universitaria», risponde.

Quindi si trova d'accordo con Vincenzo Zaccheo, candidato sindaco del centrodestra? Paradossalmente sì, ma per me è importante realizzarla seguendo le potenzialità del territorio, quindi guardando ad esempio polo chimico-farmaceutico e alla ricostruzione di una filiera agroalimentare e turistica. Ritengo che la città universitaria debba trovare spazi all'interno di progetti di rigenerazione urbana».

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Avete avuto un sindaco eletto al 54,9% ma come consiglieri rappresentate la minoranza. Come si esce da questa impasse? «Serve un grosso impegno di responsabilità pensando al bene della città, alle progettualità e alla risoluzione dei problemi. In Consiglio deve prevalere la dialettica non per superare le diversità ma per trovare convergenza nelle risposte». Lettura, cinema, sport, tempo libero. Cosa ci dice di sé, oltre la politica? «Ultimamente, dopo la saggistica, ho scoperto i romanzi e devo dire che mi piacciono tantissimo. Il mio preferito è “Il lupo della steppa” di Hermann Hesse. Sono affascinato dal nuovo cinema tedesco. Non pratico sport. Per un periodo di tempo ho suonato il basso, ma poi ho abbandonato. Mi diletto a scrivere qualcosa, ma molto privatamente. Come privatamente sto coltivando la pittura. Sono molto riservato».

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