Latina, estorsioni a via Aspromonte: due arresti nel capoluogo

Latina, estorsioni a via Aspromonte: due arresti nel capoluogo
di Elena Ganelli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Novembre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 09:48

Nonostante fosse detenuto riusciva a estorcere denaro all'uomo con il quale divideva la cella minacciandolo e utilizzando i familiari per riscuotere quanto richiesto con la forza. Teatro delle estorsioni il carcere di Latina , oggetto di un'indagine condotta dai carabinieri che ieri mattina ha portato all'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare.
LE MISURE
Destinatari del provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Mario La Rosa su richiesta del sostituto procuratore Andrea D'Angeli sono Renato Barbieri, 55 anni, detenuto a via Aspromonte, e la sorella Roberta Barbieri di 56 anni che è stata posta agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili a vario titolo di estorsione aggravata ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. L'indagine, condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina in stretta collaborazione con la Polizia penitenziaria, è partita ad agosto scorso quando la compagna e il padre di un detenuto del carcere di Latina hanno denunciato di essere vittime, insieme al loro familiare, di una serie di estorsioni da parte di Renato Barbieri, della sorella e della compagna già arrestata in flagranza il 1 settembre scorso, essendo stata trovata in possesso di 950 euro provento dell'attività estorsiva.
LE ACCUSE
Il detenuto, che con Barbieri divideva la cella nella casa circondariale di via Aspromonte, è stato infatti costretto, attraverso i familiari, ad effettuare una serie di ricariche postepay e a consegnare denaro in contante alla moglie, Alessia Gargiulo arrestata in flagranza di reato il 1 settembre scorso: la donna era infatti stata seguita dai militari dell'Arma che avevano assistito allo scambio di denaro tra lei e la moglie della vittima e trovata in possesso di 950 euro in contanti mentre la sorella di Barbieri, colpita ieri da ordinanza cautelare era la beneficiaria di una serie di ricariche postepay per un totale complessivo di circa 500 euro. In meno di un mese dal 19 luglio al 9 agosto scorsi sotto minacce per la propria incolumità fisica la vittima ha commissionato ai propri familiari cinque operazioni di ricarica su postepay per 150, 600, 600, 400 e 595 euro oltre ai 950 euro consegnati alla moglie di Barbieri. Telefonate continue e e messaggi su Whatsapp per fornire i riferimenti per effettuare le operazioni, messi a disposizione degli investigatori dai due firmatari della denuncia erano inequivocabili.
LE CIMICI
Le indagini all'interno del carcere e fuori, sono state supportate inoltre da una serie di intercettazioni telefoniche e pedinamenti e hanno anche consentito di scoprire come Barbieri per impartire le disposizioni all'esterno, si avvaleva di un microtelefono cellulare completo di un caricabatterie artigianale illegalmente detenuti nella cella e sottoposti a sequestro il 3 settembre scorso in seguito di un blitz della polizia penitenziaria di Latina nella sua cella. Per quanto concerne la posizione di Renato Barbieri, che vanta una serie di condanne in via definitiva per reati della stessa indole scrive il gip nell'ordinanza le modalità della sua condotta sono dimostrative di una personalità violenta e spregiudicata tanto da avere commesso i reati in stato di detenzione carceraria. In definitiva la massima compressione della libertà personale conclude il giudice - non ha sortito alcun effetto deterrente.
IL BLITZ
Ieri il cerchio si è chiuso attorno a lui e alla sorella con un'operazione che, sottolineano dal Comando provinciale dell'Arma, è stato il frutto di una stretta collaborazione fra polizia penitenziaria e carabinieri voluta dal comandante provinciale di Latina Lorenzo D'Aloia, e dal direttore del carcere Nadia Fontana, che si sono avvalsi della collaborazione dei rispettivi organi investigativi. L'indagine non è però ancora conclusa e sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se ci siano altri fenomeni estorsivi all'interno della struttura di detenzione del capoluogo pontino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA