Scopre di aver contratto l'epatite dalla moglie a 36 anni dal divorzio, maxi risarcimento per un uomo di Latina

Scopre di aver contratto l'epatite dalla moglie a 36 anni dal divorzio, maxi risarcimento per un uomo di Latina
di Rita Cammarone
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Martedì 20 Settembre 2022, 10:46

Il Ministero della Salute è stato condannato ieri a risarcire un 82enne di Latina, per la somma di circa 600mila euro, a seguito di una trasfusione di sangue infetto del virus di epatite C. Lo stesso che cagionò la morte, 15 anni fa, della sua ex moglie e che ora lo vede gravemente malato di epatocarcinoma. La sentenza del Tribunale di Roma è per fatti accaduti nel 1982, esattamente 40 anni fa.


LA STORIA
È il 2014 quando l'anziano di Latina si accorge, all'esito di esami del sangue di routine, di essere positivo al virus Hcv (l'epatite poi evoluta in cirrosi epatica e oggi in tumore al fegato). Non si dà pace l'uomo. Vuole sapere dove, da chi, ha contratto il virus. E così si è rivolto all'avvocato Renato Mattarelli, che da anni si occupa di cause collegate al sangue infetto, a trasfusioni colpevoli di morte. Il legale ha impiegato cinque anni per venire a capo della situazione, ostacolato da un difficile accesso ai referti dell'ex moglie del suo assistito, morta di cirrosi epatica, ben 25 anni dopo il divorzio. Un matrimonio fallito, chiuso definitivamente con l'interruzione di ogni rapporto tra i due ex coniugi. Dalle ricerche dell'avvocato Mattarelli emerge che la donna «non solo era morta di cirrosi epatica ma anche che, molto probabilmente, la malattia era conseguenza di un contagio da trasfusioni di sangue», spiega l'avvocato al suo assistito. Nel 2019 l'avvocato Mattarelli avvia una causa per il cosiddetto danno indiretto o da rimbalzo per cui l'anziano di Latina non sarebbe mai stato contagiato dalla moglie (evidentemente in via sessuale) se questa non fosse stata contagiata dalle trasfusioni di sangue infetto del 1982.

E ieri la conferma con la sentenza in favore dell'anziano.


LA SENTENZA
non vi è dubbio si legge nella sentenza che, sulla base delle produzioni in atti e degli accertamenti medici d'ufficio, può essere ravvisata sia la sussistenza di un nesso causale tra le trasfusioni e la patologia contratta... sia la conseguente responsabilità del Ministero convenuto. Per quanto attiene alle cause che hanno determinato la contrazione del virus, il nesso causale con la patologia contratta dalla ex moglie a seguito delle trasfusioni del 1982 può ritenersi accertato giudizialmente in forza del principio della verosimiglianza nonché per la mancata prova dell'esistenza di altre possibili situazioni produttive del contagio...
«Il mio assistito ha scopetto di avere l'epatite C 36 anni dopo il divorzio. La moglie ha commentato l'avvocato Mattarelli - era morta portando con sé un segreto mai rivelato al marito: era portatrice di un virus letale anche nel periodo in cui era sposata con l'82enne pontino».
«Ora resta il più grave dei problemi: la salute ha concluso il legale - Lo stato di avanzamento dell'epatite C in tumore al fegato non consente all'anziano di curarsi con i farmaci di nuova generazione che possono eradicare il virus e azzerare la sua capacità di replicazione».
 

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