Elezioni, ricostruiti i rapporti tra Gina Cetrone e i Di Silvio

Elezioni, ricostruiti i rapporti tra Gina Cetrone e i Di Silvio
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Dicembre 2021, 05:02
IL PROCESSO
Agostino Riccardo è un bugiardo patologico, non è vero nulla di ciò che ha raccontato: non conosco né la Cetrone né Pagliaroli, non mi sono mai interessato di politica e non sono mai andato neppure a votare. Fate uscire la verità perché io non ce la faccio più, sto diventando pazzo, sono stato anche ricoverato in un centro psichiatrico: io mi ammazzo, forse non mi vedrete più. E' un fiume in piena Armando Di Silvio quando nell'udienza che lo vede sul banco degli imputati con i figli Gianluca e Samuele, l'ex consigliera regionale Gina Cetrone e l'ex marito di questa Umberto Pagliaroli per estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, oltre ad una serie di illeciti nell'ambito della campagna elettorale per le amministrative di Terracina del 2016 con l'aggravante del metodo mafioso, ottiene di poter rilasciare spontanee dichiarazioni.
In collegamento video con l'aula della Corte di assise dal carcere di Cagliari dove è detenuto Lallà torna a proclamare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati, spiega di avere problemi e nega di avere mai avuto a che fare con i due coimputati e attacca Agostino Riccardo per le dichiarazioni che lo hanno incastrato. Fino a quando il presidente Caterina Chiaravalloti non lo blocca invitandolo a concludere.
IL CAPO DELLA MOBILE
La parola passa quindi al dirigente della Squadra mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo che viene interrogato dal pubblico ministero Luigia Spinelli in relazione ad una serie di messaggi in chat su Messenger recuperati dagli investigatori e ammessi dal Tribunale agli atti del processo, materiale che dimostra i contatti esistenti tra Armando, i due figli, Agostino Riccardo e Renato Pugliese da una parte e l'ex consigliera regionale Gina Cetrone e il marito dall'altra. I contatti tra gli esponenti del clan di Campo Boario e la candidata alle elezioni amministrative del 2016 a Terracina ci sono e anche numerosi.
Carte alla mano il dirigente della Mobile elenca i messaggi in chat su Messenger, le chiamate e le relative intercettazioni telefoniche che collocano spesso gli imputati nello stesso luogo o comunque in contatto e ancora gli esiti dei servizi di osservazione nei confronti dei Di Silvio e dei due collaboratori di giustizia all'epoca componenti a pieno titolo del gruppo criminale. Pontecorvo ricostruisce i rapporti prima con l'estorsione ai danni dell'imprenditore abruzzese commissionata da Cetrone e Pagliaroli, rapporto proseguito in occasione della campagna elettorale durante la quale al clan venne commissionata l'attività di attacchinaggio dei manifesti a Terracina. Nei messaggi e nelle chat raccolti dalla Squadra mobile a partire da aprile e maggio 2016 ci sono le richieste di pagamento per le attività svolte da parte dei componenti del gruppo di Campo Boario, le lamentele della candidata e del marito per la scarsa visibilità del materiale di propaganda. E a dimostrare tale partnership c'è anche una foto che ritrae Samuele Di Silvio e Agostino Riccardo vicino all'auto con i manifesti elettorali della candidata. Poi la parola è passata agli avvocati della difesa Stefano Iucci, Domenico Oropallo e Lorenzo Magnarelli che hanno controesaminato il capo della Mobile. Proseguiranno nell'udienza fissata per il 1 febbraio 2022.
E. Gan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA