Elezioni a Latina, ad ore la decisione del Tar

Elezioni a Latina, ad ore la decisione del Tar
di Andrea Apruzzese
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Venerdì 8 Luglio 2022, 11:43

Assunta in decisione, con sentenza attesa nelle prossime ore. Il Tar di Latina è prossimo ad emettere la sua imminente decisione finale sul ricorso presentato da candidati consiglieri comunali non eletti della lista Latina nel cuore a supporto di Vincenzo Zaccheo contro il risultato del primo turno, che vide il candidato sindaco mancare di 800 voti l'elezione diretta.
Ieri mattina alle 12 si è svolta presso il Tar di Latina l'udienza finale, con le parti rappresentate dagli avvocati Tony De Simone (per i ricorrenti) e Francesco Cavalcanti (per la difesa degli organi del Comune). Un'udienza in cui i legali hanno rappresentato le ragioni delle parti e durata circa due ore, fino alle ore 14, al termine della quale il collegio ha deciso l'assunzione in decisione della causa, con una sentenza che è attesa entro le prossime ore.


IL RICORSO
Tutto era nato all'indomani dell'elezione di Damiano Coletta quale sindaco di Latina nel ballottaggio dell'ottobre scorso. Tre candidati consiglieri comunali non eletti nella lista di Zaccheo decisero di presentare ricorso, asserendo presunte irregolarità quali «un significativo numero di voti illegittimamente assegnati e di schede elettorali illegittimamente rendicontate nei verbali», che si sarebbero verificate, in particolare, in 33 delle 116 sezioni elettorali del capoluogo. A non tornare sarebbe stato il numero delle schede vidimate, delle schede vidimate utilizzate e delle schede vidimate non utilizzate e il loro rendiconto sui verbali finali. In totale, secondo i ricorrenti, sarebbero centinaia e centinaia le schede che non tornano. A novembre, quindi, viene depositato il ricorso.


IL RINCONTEGGIO
A febbraio il ricorso viene esaminato in aula. È allora che i giudici del Tar ordinano una verifica, da effettuare in Prefettura alla presenza dei legali delle parti. Nell'arco di una settimana, i verbali (quattro fascicoli, uno per ogni giorno di lavoro di ciascuna sezione e un tabulato finale) vengono riaperti e esaminati. Alcuni conti non tornano, ma, in realtà, non si tratterebbe di centinaia di schede, bensì di alcune decine al massimo.
Il problema, semmai, è un altro ed è di ordine di preparazione dei presidenti di seggio e nella carenza di capacità di redigere i verbali finali: in una sezione, in particolare, un verbale finale è stato consegnato completamente in bianco.
Si citava poi anche il caso di una sezione, dove è stata consegnata una scheda vidimata a un soggetto non nelle liste elettorali della sezione, poi immediatamente ritirata e sigillata, e di cui «non sarebbe stato dato conto nella sezione delle annullate»; il tema è che, secondo i verbali della Prefettura, non è compilato nessuno dei dati delle schede annullate: gli incaricati rinvengono però la busta sigillata, su cui ci sono gli appunti del presidente di seggio, all'interno della quale c'è la scheda incriminata.

In definitiva, gli errori registrati appaiono soprattutto dovuti a inesperienza.


IL PRECEDENTE
Nel 2018, a Cisterna, i giudici mandarono gli elettori a rivotare in quattro sezioni, ma la situazione era differente. Non tanto dal punto di vista del merito - dato che anche in quel caso di parlava di numeri di schede vidimate, effettivamente votate e non utilizzate - quanto per il numero, dato che i due candidati principali, Mauro Carturan che era risultato eletto e il suo competitor Gianluca del Prete, erano separati da un numero esiguo di preferenze (Carturan vinse per tre voti di scarto). Non solo, all'epoca venne anche trovata una scrutatrice lontana dal seggio con una scheda vidimata in borsa.
 

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