Doppio concerto di Capodanno Elisa Cerocchi: «Che città vogliamo: platea o protagonista?»

Doppio concerto di Capodanno Elisa Cerocchi: «Che città vogliamo: platea o protagonista?»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Dicembre 2022, 10:09

«La contemporanea programmazione di due Concerti di Capodanno a Latina, chiama in causa il Campus Internazionale di Musica che dal 1988 fino al 2018 lo ha realizzato senza soluzione di continuità». Lo dice Elisa Cerocchi, la presidente del Campus Internazionale di musica l'associazione che da oltre mezzo secolo organizza il Festival Pontino e il concerto del primo dell'anno.


«Diretto da grandi direttori e affidato ad orchestre di rilevanza nazionale, il Concerto di Capodanno di Latina è stato sempre seguito da un pubblico numeroso, diventando nel tempo, non solo un gradito e atteso appuntamento musicale, ma momento di condivisione per la città che si ritrovava con i suoi rappresentanti istituzionali, con le imprese del territorio che lo sostenevano, brindando a un nuovo anno auspicabilmente migliore - racconta la Cerocchi - Per questa ragione a fine settembre, all'annuncio della riapertura del Teatro D'annunzio, il Campus ha pensato di poter riprendere il filo di quella tradizione e programmare la trentaduesima edizione. Ha scritto al Comune per avere la nuova planimetria del palcoscenico e il 5 ottobre ha chiesto un incontro organizzativo al Commissario Valente (che guida il Comune dopo lo scioglimento del consiglio comunale, ndr). Ha tempestivamente avviato un'interlocuzione con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e altre autorevoli istituzioni musicali per definire un concerto orchestrale con un repertorio adatto all'evento e alle attese del pubblico».


L'organizzazione però è abortita. «Il 9 novembre scorso, non ricevendo riscontro, il Campus ha rinnovato la richiesta di un incontro. Il Concerto di Capodanno è un evento impegnativo - dice la Cerocchi - come ricorderanno gli amici di Federlazio che per anni lo hanno sostenuto, ha bisogno di un'organizzazione tempestiva sia dal punto di vista musicale che finanziario. Il trascorrere delle settimane senza una risposta purtroppo ha compromesso gli accordi avviati.

Così, quando il 22 novembre l'Ufficio Cultura del Comune ci ha chiamati, nessuna delle orchestre contattate era più in grado di garantire l'organico e il repertorio che tradizionalmente offrivamo alla città il primo dell'anno».


Dunque niente concerto organizzato dal Campus. E qui arriviamo agli ultimi giorni. «Qualche giorno fa abbiamo appreso che i Giovani Filarmonici Pontini avrebbero realizzato il loro Concerto di Capodanno con fini benefici al Moderno. Ci siamo rallegrati con l'instancabile animatrice Stefania Cimino, abbiamo dato il nostro supporto anche da un punto di vista informativo e abbiamo anticipato la volontà di coinvolgere l'orchestra nella programmazione concertistica 2023». Particolare questo confermato da un post che da giorni gira sui social. «Solo qualche giorno dopo abbiamo appreso con sorpresa di un secondo Concerto di Capodanno, che si svolgerà in contemporanea al D'Annunzio. Ciò testimonia certo una vivacità della città - dice la Cerocchi - ma come può accadere che le istituzioni musicali cittadine, che hanno fatto sforzi enormi per sopravvivere alla pandemia e ai suoi postumi, che garantiscono tutto l'anno un'offerta culturale e collaborazioni autorevoli a livello internazionale e si sono messe subito a disposizione, oggi siano fuori dal principale teatro cittadino?».


E' un cruccio. La contemporanea presenza, poi, di una orchestra sinfonica di professionisti al Moderno e una orchestra con 12 elementi - seppure di valore - al D'Annunzio in effetti è curiosa. «Forse dovremmo chiederci, al compimento dei novant'anni, come ci immaginiamo: una città platea o una città protagonista?» dice Elisa Cerocchi con la volonta di aprire una discussione sul futuro del D'Annunzio e sull'offerta culturale del capoluogo.
V.B.

© RIPRODUZIONE RISERVATA