Latina, dipendente comunale regista via Skype di filmati pedopornografici, arrestato

Latina, dipendente comunale regista via Skype di filmati pedopornografici, arrestato
di Marco Cusumano
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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 11:57

L'inchiesta è partita dagli Stati Uniti con una segnalazione alla FIU (Financial Intelligence Unit) e alla Banca d'Italia. Gli 007 americani avevano notato alcune transazioni finanziarie sospette provenienti dall'Italia, con le quali presumibilmente era stato acquistato materiale pedopornografico in live streaming.


Attraverso la fitta rete di investigatori che analizzano costantemente il mondo del web, la polizia postale ha ricostruito pezzo dopo pezzo i collegamenti e i passaggi di denaro, individuando una serie di acquirenti di materiale pedopornografico. Tra di loro è spuntato un dipendente del Comune di Latina che in quel periodo lavorava in smart-working, così come altri colleghi. Dopo una serie di accurate verifiche, quando il quadro probatorio era già abbastanza chiaro, la polizia ha fatto irruzione in casa del dipendente comunale trovando un orribile archivio di filmati pornografici con protagonisti bambini e bambine, in alcuni casi in tenera età, «alcuni particolarmente raccapriccianti» come spiegano gli investigatori.


Un totale di 109 ore di video, uno degli archivi più consistenti recuperati nell'ultimo periodo, segno di un'attività costante del dipendente comunale che, con tutta probabilità, si dedicava all'acquisto di materiale anche durante le ore di lavoro come dipendente pubblico.
Gli investigatori della polizia postale di Latina, guidati dall'ispettore superiore Guglielmo Ciufo, hanno raccolto il materiale, sequestrando hard disk, computer, memorie esterne e ogni tipo di materiale utile alle indagini.

La parte iniziale dell'inchiesta ha riguardato esclusivamente l'acquisto e la detenzione di materiale pedopornografico, ma dopo l'input iniziale gli investigatori non si sono fermati.


GLI SVILUPPI
L'arresto del dipendente comunale di 45 anni, avvenuto nel marzo scorso, non ha rappresentato la fine delle indagini, ma anzi ha dato slancio a nuove e più approfondite verifiche. Scavando nelle memorie dei suoi dispositivi, gli uomini della polizia postale hanno scoperto qualcosa che, se possibile, andava oltre l'orrore della semplice fruizione dei video con protagonisti i bambini.


«La successiva più approfondita analisi dei dispositivi sequestrati - spiegano dalla polizia postale - ha consentito di accertare che il soggetto non si limitava a scaricare materiale reperibile in rete ma, attraverso l'applicativo Skype, lo stesso effettuava videochiamate con soggetti che avevano la disponibilità di minori e, dopo aver pattuito il prezzo e inviato il pagamento attraverso un servizio di money transfert, dava indicazioni all'interlocutore su quali atti sessuali compiere sui minori, assumendo lui stesso il ruolo di regista dei video a lui dedicati in via esclusiva, acquistati per pochi euro».
L'uomo è stato posto ai domiciliari per motivi di salute.

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