Covid, test per il rientro in classe: solo il 7% dei ragazzi ha aderito allo screening dell'Asl di Latina

Covid, test per il rientro in classe: solo il 7% dei ragazzi ha aderito allo screening dell'Asl di Latina
di Francesca Balestrieri
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Giovedì 21 Gennaio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 10:58

Su 27.000 ragazzi sono solo 1.900 quelli che hanno aderito allo screening predisposto dalla Asl di Latina per gli studenti delle scuole superiori, voluto fortemente per il rientro in classe con la didattica in presenza. «Un appello alla sensibilizzazione di questi ragazzi perché il 31 terminerà la possibilità di eseguire i test rapidi gratuitamente spiega la dottoressa Silvia Iacovacci, coordinatrice scuole che promuovono la Salute del dipartimento di prevenzione della Asl un'occasione che crediamo importante per un rientro in classe in sicurezza. È vero anche che la scarsa adesione potrebbe essere stata dettata finora dall'incertezza sulle date di rientro e poi da questi giorni di trambusto con la protesta in corso. Quello che mi sento di dire comunque, in questi giorni di sciopero, è di non creare assembramenti perché altrimenti tutto il lavoro che stiamo mettendo in campo potrebbe essere vanificato».

Bene ha fatto comunque il Prefetto Maurizio Falco a sensibilizzare i ragazzi, e la stessa linea viene adottata anche dall'Azienda sanitaria locale: «Insieme all'Ufficio scolastico provinciale e alla Regione Lazio stiamo lavorando spiega la dottoressa a un programma di comunicazione tra pari per le scuole secondarie, speriamo così di dare una maggiore consapevolezza e adesione allo screening. A breve inizieremo con dei corsi che coinvolgeranno i docenti e gli stessi ragazzi a cui abbiamo consegnato un documento con domande e temi da proporre ai colleghi. Una programmazione he vogliamo affrontare insieme e grazie a una turnazione, i ragazzi dell'ultimo anno, parleranno con quelli del primo e così via. È il metodo più efficace di comunicazione per questa fascia di età». L'obiettivo, ovviamente, è fare chiarezza: «Parlare con i ragazzi deve infondergli sicurezza e fornirgli gli strumenti di comprensione sulla pandemia, non certo creare ansia».

Come funzionerà? «Stiamo mettendo a punto i colloqui in questi giorni, i ragazzi sono già in possesso dei temi che vorremo affrontare con loro e siamo aperti alle loro domande. Inizieremo con un ciclo di formazione con i docenti, anche se in ogni scuola c'è già un referente Covid a cui sento di dover fare i complimenti perché sono diventati molto bravi e sanno gestire bene la situazione. Da questo punto di vista le cose stanno funzionando veramente bene».

Da sottolineare che al momento sono pochissimi i casi di contagio all'interno delle scuole: «In un momento come questo però, non solo a Latina, ma in tutto il mondo, con una circolazione virale alta, il virus lo portiamo in giro noi. L'equazione è dunque semplice: c'è troppa gente che si muove. Il rischio della riapertura della scuola è questo: la mobilitazione di migliaia di ragazzi. Bisognerebbe dare un impulso maggiore allo smart working e al lavoro agile, aumentandolo ovunque possibile. Il problema che riscontriamo ora è questo». E attenzione, non si vuole puntare il dito contro nessuno: «È solo la realtà dei fatti che osserviamo con i contagi quotidiani. Ecco perché è fondamentale aumentare la consapevolezza personale, partendo proprio dai ragazzi che forse si sentono meno colpiti dal virus. Non è così». La strada intrapresa dalla Asl è dunque quella della comunicazione, ma anche quella della prevenzione, l'invito è sempre quello di usufruire della possibilità del test rapido gratuito, fino al 31 gennaio per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado residenti nel distretto 2 della Asl di Latina.

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