Latina, solo il 15% dei medici di base della provincia disponibile a vaccinare

Latina, solo il 15% dei medici di base della provincia disponibile a vaccinare
di Monica Forlivesi
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 10:04

IL CASO
Solo il 15% dei medici di base della provincia di Latina ha chiesto di essere inserito nell'elenco dei medici che somministreranno il vaccino anti Covid alle persone ultraottantenni. La partecipazione è su base volontaria e tra i requisiti c'è ovviamente quello di essere stati vaccinati almeno con la prima dose. Sono esattamente 60 medici su 400 ad aver aderito all'avviso indetto dalla Regione Lazio per la procedura speciale legata all'emergenza, si tratta in sostanza di acquisire manifestazione di interesse per l'inserimento nell'elenco.
L'adesione è bassissima, se la Asl confidava in un aiuto per ora le premesse sono tutt'altro che buone, ma Loreto Bevilacqua, il dirigente del Dipartimento di assistenza primaria della Asl che coordina le vaccinazioni, non mostra preoccupazione: «Il dato è basso in tutto il Lazio, aspettiamo che finiscano di essere vaccinati e che si chiudano i protocolli con la Regione, poi credo avremo altre adesioni». Ipotizziamo che aderiscano solo questi 60, cosa succede? «Vacciniamo noi nei punti della Asl che saranno per gli ultraottantenni cinque, uno per distretto. Tenga conto che sono 40.000 nella nostra provincia le persone in questa fascia di età. Andremo un po' meno veloci, ma nell'arco di un mese e mezzo circa completeremo questa fase della vaccinazione». Quindi si passerà alla successiva, le persone dai 70 agli 80 anni. «Faccio fatica - continua il dottor Bevilacqua - a pensare che solo il 15% dei medici di famiglia dia la propria disponibilità a vaccinare, penso vogliano aspettare di conoscere nei dettagli la parte organizzativa. E' importante la possibilità di vaccinarsi dal proprio medico soprattutto per evitare che chi vive nei piccoli centri, sui Lepini, nelle città più distanti dai punti vaccinali debba fare mezz'ora di macchina, per una persona anziana sarebbe evidentemente un disagio».


Veniamo alla parte pratica, dal primo febbraio le persone dagli 80 anni in su potranno vaccinarsi, per farlo dovranno prenotarsi, e questo sarà possibile a partire da lunedì 25 gennaio sul portale SaluteLazio, sarà sufficiente inserire il proprio codice fiscale.

Si potrà scegliere uno dei 5 punti di somministrazione della provincia e con la prenotazione del vaccino, in base alla fascia oraria disponibile, sarà automaticamente prenotata anche la seconda dose. Le somministrazioni potranno esser eseguite dal 1° di febbraio al 31 di marzo.


In alternativa, sempre dal 1° febbraio, sarà possibile rivolgersi al proprio medico: in questo caso, la prenotazione sarà gestita direttamente dal medico e la somministrazione avverrà nel suo studio. Il vaccino verrà distribuito ai medici di famiglia che aderiscono alla campagna vaccinale attraverso gli Hub ospedalieri in grado di garantire la catena del freddo.


Attualmente la Asl di Latina vaccina 7-800 persone al giorno e fino ad oggi sono state sottoposte alla somministrazione circa 6.800 persone, si tratta di tutti gli operatori sanitari e degli ospiti e personale delle Rsa, ad eccezione di quelle in cui essendoci stati dei cluster si attende che gli ospiti si siano negativizzati. Inoltre si sta procedendo con la somministrazione della seconda dose agli operatori sanitari. Per il 13 febbraio è prevista la conclusione invece di tutte le seconde somministrazioni di questa prima fase.


Il taglio nelle forniture da parte di Pfizer potrebbe determinare problemi nella somministrazione della seconda dose? «Fortunatamente no - risponde Bevilacqua - in maniera previdente sono state effettuate le scorte per poterla somministrare a tutte le persone vaccinate fino ad ora». Da questo punto di vista un deciso sospiro di sollievo.

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