«Così ridaremo vita al Palacultura»

«Così ridaremo vita al Palacultura»
di Andrea Apruzzese
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Giovedì 22 Settembre 2022, 09:40

LA VISITA
«Oggi è un giorno di festa, abbiamo restituito uno dei beni comuni principali alla comunità, che ringrazio anche per la pazienza». Così il sindaco di Latina, Damiano Coletta, ha riaperto ieri la principale sala teatrale comunale, il D'Annunzio, dopo i sette anni di chiusura per i lavori di adeguamento normativo, «costati circa 1,5 milioni di euro», e dopo il via libera di due giorni fa dalla Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Coletta era ieri affiancato dalla dirigente del servizio Decoro e manutenzioni, Micol Ayuso, e dal direttore dei lavori, Silvano Varsalona, entrati nel dettaglio degli interventi.
CERTIFICAZIONI
Coletta ha esordito ricordando la storia della vicenda, di come il Palazzo della Cultura di Latina, «i cui lavori sono partiti nel 1985 e conclusisi nel 1990. Ma mancava di certificazioni, perché mancava di impianti: alla sua nascita ha avuto la certificazione della non possibilità di essere certificato. E allora, in 30 anni, ogni sindaco si è assunto la responsabilità che ogni spettacolo si poteva effettuare senza avere la copertura: ringraziamo allora tutti i sindaci, che hanno sempre consentito alla comunità di fruire degli spettacoli. Ma parliamo anche di lontane ere amministrative, perché le normative sono cambiate molto anche alla luce di eventi negativi come i roghi della Fenice o del Petruzzelli. Ormai, eravamo a un punto di non ritorno, avevamo anche infiltrazioni d'acqua nell'impianto elettrico: immaginate un incendio a teatro pieno Rifarei le stesse cose alla stessa maniera: ho fatto bene a tenerlo chiuso, e a prendermi anche l'impopolarità, ma dovevo pensare alla sicurezza. Ora è uno dei pochi teatri in Italia ad avere l'agibilità».
Coletta ha posto un freno anche alle polemiche: «Nessuno doveva fare dispetti a qualcun altro, questo è un bene comune, e ringrazio tutti quelli che si sono adoperati». Ora bisogna pensare anche a riaprirlo al pubblico e a riempirlo di contenuti, tema sul quale Coletta ha precisato che «ci sarà una stagione teatrale di valore, cui abbiamo già pensato, ma a giugno non potevamo programmarla senza la certezza della riapertura. Ora ci ragioneremo anche con l'opposizione, perché questa struttura appartiene a tutti, ascoltando anche le proposte di chi in passato ne ha avuto la gestione amministrativa. Pensiamo a un luogo e laboratorio di formazione e di produzione di spettacoli, e di promozione, anche nei confronti delle scuole. Stiamo pensando a un momento di apertura, un'inaugurazione collettiva».
LAVORI
Sono poi la Ayuso e Varsalona a precisare come «è stato necessario eseguire molta manutenzione straordinaria e l'adeguamento normativo: impiantistica, luci di emergenza, sostituzione dei materiali per installarne di resistenti al fuoco e nel contempo fonoassorbenti, sostituzione dell'intera cupola dell'atrio, dell'intero controsoffitto, di tutta la tappezzeria, delle superfici lignee, creazione di percorsi di sicurezza». Particolare attenzione è stata dedicata proprio alle tappezzerie: ne sono state usate ora di specifiche per le sale teatrali, sia per l'antincendio, che per il loro colore, rosso. Interamente rivisto anche il palcoscenico, ora di 150 metri quadri, dotato di pareti antincendio con porte tagliafuoco; la zona dell'orchestra, a scomparsa, senza più dover eliminare ogni volta le prime file di poltrone; i camerini; la separazione dei percorsi per il pubblico e per gli addetti ai lavori: «Questo teatro è ora una Ferrari, e va guidato come si deve guidare una Ferrari», ha precisato Varsalona.
PALACULTURA
La prossima sfida è il resto del Palacultura, con il ridotto, le sale conferenze, le sale museali, i teatri di prova: «Abbiamo attinto alle possibilità dei bandi Pnrr, richiedendo 4,1 milioni di euro intervenire nelle restanti parti della struttura e siamo in attesa dei risultati», ha spiegato la Ayuso. Coletta ha tempo per una battuta finale sullo stato dei contatti con il centrodestra, in vista del Consiglio comunale del 28: «Ho avuto degli incontri, in cui ho cercato di far capire alle forze dell'opposizione che il momento è delicato. Non dico che sono ottimista, ma che sono non pessimista».
Andrea Apruzzese
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