Covid: a ottobre 870 nuovi contagi. Tracciamento, corsa a ostacoli

Covid: a ottobre 870 nuovi contagi. Tracciamento, corsa a ostacoli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Ottobre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 09:46

 Il covid torna a rialzare la testa in tutto il Lazio e nella provincia di Latina, rispettivamente con quasi 600 nuovi casi e 51 contagi tra i residenti dei comuni pontini (il dato più alto tra tutte le province della regione con l'esclusione di Roma).

I NUMERI

Tredici sono i positivi nella città di Aprilia, 10 invece quelli accertati nel comune di Latina, altri otto a Fondi, quattro a Cisterna e Sezze, tre a Cori, due a Gaeta e Terracina e uno infine a Priverno, San Felice Circeo, Sermoneta, Sonnino e Sperlonga. Il totale sale così a 870 dall'inizio di ottobre, con una media di oltre 31 contagi al giorno. Non si registrano nuovi decessi da ormai una settimana, mentre sono due i ricoveri ospedalieri riportati nel bollettino della Asl e 41 le notifiche di guarigione. Risalgono lievemente anche le vaccinazioni, 1.114 nelle ultime 24 ore. La gran parte dei casi è legata a focolai familiari, qualcuno lavorativo, qualcun altro a rientri dall'estero o a festeggiamenti, mentre tre contagi rilevati negli ultimi giorni sono riferiti al reparto Medicina della clinica San Marco di Latina, dove un'infermiera e due pazienti anziani, poi trasferiti al Goretti, sono risultati positivi. Anche a fronte di una curva che si conferma in crescita, restano al momento sotto controllo i decessi legati al covid e anche i ricoveri ospedalieri.

LA PREVENZIONE

I problemi più grossi sorgono invece nell'attività di prevenzione e tracciamento, resa sempre più difficoltosa dalla generale reticenza dei contagiati a fornire indicazioni chiare e precise circa i loro contatti.
Per ogni nuovo caso di covid scoperto infatti il Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria avvia un'immediata attività di contact tracing, vale a dire un tracciamento che consente di risalire la filiera del contagio e predisporre isolamenti e quarantene per tutte le persone che siano entrate in contatto con i positivi. La rapidità di diffusione delle varianti impone tra l'altro un termine di circa 48 ore per realizzare sul territorio un'efficace azione preventiva, che rischia di fatto di essere vanificata dall'atteggiamento omertoso di molti cittadini, di ogni età, risultati positivi ai tamponi.
«Non è la strada giusta spiega il responsabile del Dipartimento di prevenzione Antonio Sabatucci Questo pone inevitabilmente dei problemi grossi, perché siamo costretti a fare un superlavoro che crea ritardi e spesso rischia appunto di non avere efficacia. Otteniamo così dei risultati inferiori rispetto a quelli che potremmo raggiungere se le persone dicessero subito la verità mettendoci nelle condizioni di disporre le quarantene in modo tempestivo»
. In molti casi dunque gli operatori del Dipartimento di prevenzione sono costretti a giri di telefonate agli utenti che portano poi a scoprire che molti dei contagiati non hanno fornito tutte le informazioni necessarie. Con il risultato che un contatto di un positivo, rintracciato tardi, finisce per avere a sua volta numerosi altri contatti sociali che mettono a rischio altre decine di persone ogni giorno. Ed è chiaro che questo non rappresenta la base di una buona prevenzione sul territorio.
La.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA