L'appello di Claudia: «Cerco chi ha il cuore di mio marito, ha salvato tante vite, voglio raccontarlo ai nostri figli»

Angelo De Santis
di Stefano Cortelletti
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Giovedì 29 Dicembre 2022, 11:45

Sono passati otto mesi dalla morte di Angelo De Santis, il 28enne di Sonnino autista del 118 rimasto coinvolto in un incidente il 2 aprile scorso sulla Frosinone-Mare nel territorio di Fondi. Aveva lottato come un leone per nove giorni all'ospedale Goretti di Latina, ma le ferite erano troppo gravi e l'11 aprile i medici decisero di staccare la spina. La moglie Claudia Volpe e la sua famiglia erano stati chiamati a prendere una delle decisioni più dolorose: dare il consenso alla donazione degli organi di quel giovane marito e padre tenuto in vita da una macchina. Organi che avrebbero permesso ad altre persone di vivere.
Con un grande gesto di generosità, autorizzarono la donazione: l'equipe multidisciplinare del Goretti eseguì il prelievo di cuore, fegato e reni andati al Niguarda di Milano, alla Sapienza di Roma, all'ospedale di Bergamo, al San Camillo di Roma e all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.


L'INCIDENTE
Angelo e Claudia si erano sposati giovanissimi, insieme avevano una figlia di due anni e un secondo in arrivo. Quel 2 aprile Angelo stava tornando a casa alla guida della sua Citroen C3: la sua corsa è finita contro un Suv che procedeva nel senso di marcia opposto.
Ha perso il controllo del mezzo, forse per l'asfalto reso viscido dalla pioggia. L'impatto è avvenuto all'altezza dello svincolo del Frasso. Al Goretti arrivò in condizioni disperate, accompagnato da una delle ambulanze che Angelo guidava per lavoro. Nove giorni di agonia, poi il decesso. Angelo era molto conosciuto e benvoluto: la sua morte ha creato un vuoto nella sua famiglia e nella comunità di Sonnino.


L'APPELLO
Ora Claudia ha lanciato un appello per rintracciare la giovane donna che ha ricevuto in dono il cuore del marito. «È arrivato il momento e il coraggio di provare a cercare quella ragazza che dentro di se ha il cuore di mio marito e che grazie a lui ha avuto un'altra possibilità», dice Claudia, che da otto mesi cerca di farsi forza per amore dei suoi figli. «Oltre a lei ha dato un'altra possibilità anche ad altre persone, tre di loro sono bambini».
«Vorrei sapere se stanno bene, lo vorrei sapere per i nostri figli così da potergli raccontare quando saranno più grandi del suo papà dal cuore grande e di queste persone che lui ha salvato», racconta ancora. «Angelo era un ragazzo d'oro con un grande sorriso contagioso e con sani principi, un marito speciale e amorevole e un papà unico che amava i suoi figli più di ogni altra cosa».

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Questa giovane mamma e moglie ha voluto lanciare un appello social per «far arrivare il messaggio alla ragazza, ai parenti, ai genitori di questi bambini. Se loro vorranno io sono qui ad aspettare un loro messaggio così da poterci sentire e sapere se stanno bene».
La legge vieta la possibilità di diffondere il nome del ricevente ai familiari dei donatori di organo, ma nulla vieta a queste persone, in piena libertà, di farsi avanti e di incontrarsi. Ed è quello che spera Claudia, per sé e per i suoi bambini. Un modo per mantenere vivo il legame fisico con Angelo, per far pesare di meno quell'assenza ingiusta e dolorosa.
 

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