Caso Terracina, il procuratore De Falco: «Inchieste dimostrano il nostro lavoro»

Caso Terracina, il procuratore De Falco: «Inchieste dimostrano il nostro lavoro»
di Marco Cusumano
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Lunedì 29 Marzo 2021, 05:16 - Ultimo aggiornamento: 16:10

Città in mano alla criminalità e Procura inefficiente? Il procuratore capo di Latina, Giuseppe De Falco, commenta l'interrogazione presentata dai senatori Lannutti, Corrado e Abate: «Le inchieste citate nell'interrogazione dimostrano la proficua attività della Procura della Repubblica di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Ovviamente ci sono anche altre indagini in corso delle quali non è possibile dare notizia per ragioni di riservatezza».
In merito alla criminalità organizzata esiste un caso Terracina? «No - risponde De Falco - il problema della criminalità esiste in tutto il territorio di nostra competenza, non soltanto a Terracina. Tutta la provincia è in una situazione delicata dal punto di vista della presenza di organizzazioni criminali. Noi portiamo avanti inchieste a raffica per arginare il fenomeno». Per questo motivo il procuratore capo sembra molto stupito delle accuse di presunta inattività di via Ezio, dicendosi pronto ad accogliere eventualmente gli ispettori ministeriali invocati dagli autori dell'interrogazione parlamentare.

LA SOLIDARIETA'
Solidarietà alla Procura e al sindaco di Terracina, Roberta Tintari, arriva dall'europarlamentare Nicola Procaccini: «Stiamo assistendo ad un tentativo inaccettabile e perfino mal costruito da parte di alcuni senatori della Repubblica, di ingerenza e condizionamento dell'operato di una amministrazione comunale, quella di Terracina, e, fatto ancora più grave, del lavoro della Procura della Repubblica di Latina. Esprimo la mia solidarietà al sindaco Roberta Tintari e ai magistrati del capoluogo pontino, certo che continueranno nel loro operato libero da condizionamenti e nel solo interesse dei cittadini. E' evidente - continua Procaccini - l'intento persecutorio presente nella interrogazione presentata dai tre senatori del gruppo misto: Elio Lannutti, Margherita Corrado e Rosa Silvana Abate, che con la loro iniziativa hanno dato prova di non conoscere per nulla il territorio e le vicende per le quali ambiscono ad avere chiarimenti».
Il sindaco, Roberta Tintari, critica gli autori dell'interrogazione sottolineando che si tratta di «attacchi del tutto ingiustificati alla comunità terracinese nel suo complesso, oltre che alla Procura di Latina, a cui va la mia piena solidarietà personale ed istituzionale.
Si espone al pubblico ludibrio una intera popolazione, legando fra loro fatti slegati nel tempo e nelle responsabilità che risalgono a oltre un decennio fa, al fine di dipingere un quadro di Terracina, come se fosse una città abitata da delinquenti, percorsa da fitti legami con la criminalità organizzata, dei quali in realtà non si ha alcuna notizia».

L'INTERROGAZIONE

Nell'interrogazione presentata dai senatori del gruppo misto (ex M5S) Lannutti, Corrado e Abate si traccia un quadro del caso Terracina partendo dall'omicidio del boss Gaetano Marino (avvenuto nel 2012) passando per l'inchiesta Alba Pontina, quella su Gina Cetrone, fino ad arrivare ai giorni nostri. 
In particolare si fa riferimento al caso delle concessioni demaniali: «Nei giorni scorsi a Terracina - scrivono i senatori - è stato sequestrato l'ennesimo stabilimento balneare. Si tratta del Piccola Oasi, in viale Circe XXIV Traversa, ed è una delle unità locali della Gimava S.r.l. che, a quanto risulta, al mese di ottobre 2020, l'avrebbe ceduta in affitto nel mese di giugno 2020 al gestore Oasi Sea Park srls. Come per analoghe indagini, risulterebbero carenti i titoli edilizi e demaniali e i presupposti di legge per la loro emissione, soprattutto in relazione all'aumento delle superfici coperte e delle volumetrie, in contrasto con il piano di utilizzazione degli arenili (PUA) e in violazione dei piani paesaggistici e di tutte le norme poste a tutela del paesaggio e dell'ambiente marino e costiero. 
L'inchiesta - continuano i senatori - ha evidenziato come tali abusi non siano casi isolati.

Anzi. Il 23 dicembre 2020, ad esempio, sono stati apposti i sigilli allo stabilimento balneare La Vela, in viale Circe, e il 31 dicembre 2020 al cantiere dove era in corso la costruzione di un nuovo lido costituito da due fabbricati di 5 piani, area edificabile di 4.000 metri quadrati e volumetria pari a 13.000 metri cubi, mediante un'operazione di demolizione e ricostruzione, con un ampliamento volumetrico di oltre l'800 per cento, e cambio di destinazione d'uso di un immobile di proprietà della ex onlus Fondazione Società Romana Pro-Infantia, acquistato dalla Residenze Circe srl. Al vaglio degli inquirenti sarebbe finita, in particolare, la variante di Natale, una variante urbanistica adottata dal Comune proprio durante le festività natalizie, per mezzo della quale sarebbero stati ceduti alla nuova proprietà della ex Pro-Infantia aree destinate al verde e parcheggi per consentire la realizzazione del nuovo faraonico progetto». 

Dopo la risposta del sindaco Tintari, il Meetup Terracina Cinquestelle ha replicato: «Consideriamo assolutamente pericoloso l'atteggiamento delle istituzioni locali nonché del Sindaco, con il quale si continua a negare e a non voler parlare di mafia o criminalità organizzata sul nostro territorio. Arrivando addirittura ad attaccare un'interrogazione parlamentare, volta a far luce sulle diverse vicende che vedono coinvolta la nostra città».

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