«Caro Matteo, lassù serviva un portiere»

«Caro Matteo, lassù serviva un portiere»
di Rita Cammarone
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Lunedì 7 Marzo 2022, 13:52

Bara bianca con sopra la maglia rossa e palloncini giallo-rossi per Matteo Pietrosanti, un portiere tra gli Angeli. Addio commosso ieri all'abbazia di Valvisciolo dove, nel pomeriggio, si sono tenuti i funerali del giovane bassianese, morto a 15 anni giovedì sera al termine di un allenamento di calcio a Priverno, tra i giovanissimi della Asd Palluzzi. Una tragedia assurda, inaspettata, che ha lasciato una profonda ferita nella comunità, nella scuola, nello sport, e soprattutto in famiglia.
«Francesca, Cristian e Antonio, nessuno di noi può comprendere il vostro dolore. Perché è il vostro dolore. In questo momento vogliamo esservi vicini, abbracciarvi e confortarvi con la forza della preghiera. L'amore di Matteo già vive in Dio», ha detto nella sua omelia Grzegorz Pelczar, parroco di Bassiano, più noto come padre Gregorio, rivolgendosi ai genitori e al fratello di Matteo. Alla celebrazione ha preso parte anche il priore dell'abbazia, padre Andrea Rossi.
Circa un migliaio di persone si sono ritrovate nel piazzale della chiesa, al confine tra Bassiano e Sermoneta, per l'ultimo saluto al giovane portiere. La comunità lepina si è fermata, attraversata dall'immenso dolore espresso attraverso striscioni, post, fotografie, lanciando in Cielo palloncini bianchi, il colore della purezza come il candore dell'animo di Matteo. Sparati in aria anche i palloncini e i fumogeni giallo-rossi, come il colore della Roma, la squadra del cuore del 15enne. Presenti le istituzioni, dal Comune di Bassiano con il gonfalone e il sindaco Domenico Guidi che ha proclamato il lutto cittadino, ai comuni limitrofi con i primi cittadini di Priverno, Maenza e Sezze, rispettivamente Annamaria Bilancia, Claudio Sperduti e Lidano Lucidi, dall'istituto Galileo Galilei di Latina con i docenti e i compagni di classe di Matteo e di suo fratello Antonio, alle associazioni sportive e alle sezioni Avis di Sezze, Priverno e Bassiano. Strazianti le parole di Francesca Savelli, madre di Matteo.
La donna, giovedì scorso, accorsa sul campo, ha abbracciato suo figlio fino all'ultimo respiro: «Tutti lo conoscevano ha detto ieri durante la messa - tutti conoscevano la sua bontà, era il figlio che tutti avrebbero voluto. Mi rendo conto che abbiamo fatto bene, perché oggi sono venute molte persone, i ragazzi della scuola calcio di Priverno, quelle di Sezze, persone che sono venute a trovarci che neanche conoscevamo. Vi ringrazio tutti, perché siete qui oggi e perché ci state dando compagnia. E' quello che oggi ci serve».
«Sapere che è nei vostri cuori, per me è già qualcosa per ricominciare», ha concluso la mamma di Matteo provocando una profonda commozione. Anche un amico di Matteo ha voluto prendere la parola durante il rito funebre per far sapere a tutti che a lui e ai suoi coetanei ha insegnato molte cose: «Un amico sempre pronto ad aiutare gli altri. Sarà sempre un campione e resterà sempre nei nostri cuori», ha detto il giovane.«Volevi diventare un professionista, ma tu lo eri già queste le parole dell'allenatore Peppe Consoli - Quando ti osservavo in allenamento vedevo che ce la mettevi tutta: quando c'era l'allenamento dei portieri ed eri in attesa del tuo turno avevi sempre il sorriso sulle labbra, ma quando ti mettevi tra i pali cambiava la tua espressione, eri determinato, sicuro, volevi a tutti i costi impedire che quella palla entrasse in rete. Mi piace pensare ha concluso Consoli - che oggi sia servito un portiere lassù, in Cielo tra gli angeli e che da lassù tu ci possa vedere, possa vedere tutto l'affetto. Eri un esempio per i tuoi compagni e lo sarai per sempre. Veglia su di noi grande Matteo». Un lungo applauso ha poi accompagnato il feretro all'uscita dal complesso abbaziale. La folla si è quindi diretta al cimitero di Bassiano per salutare Matteo prima della sepoltura.

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