Bulli, Aprilia si mobilita per aiutare il ragazzo aggredito

Bulli, Aprilia si mobilita per aiutare il ragazzo aggredito
di Raffaella Patricelli
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Giovedì 11 Febbraio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 14:59

La città di Aprilia si mobilita per sostenere economicamente le cure del 18enne aggredito la scorsa settimana in via Verdi da un gruppo di minorenni che lo ha colto di sorpresa alle spalle e con un pugno in testa l'ha fatto cadere a terra, riportando ferite serie al volto.


Tra le varie iniziative che, proprio in queste ore si stanno mettendo in campo dopo le varie proposte lanciate anche sui social c'è quella della fioreria Ginger di Aprilia che presso il proprio negozio di via Cattaneo, 3 raccoglierà fondi per sostenere le spese mediche del ragazzo vittima dell'aggressione. Un'altra iniziativa è stato organizzata da una cittadina apriliana, Cristina Romano, ha promosso una raccolta fondi avviata da lei sulla piattaforma Splitted.it: il denaro ha assicurato verrà consegnato direttamente nelle mani della famiglia del 18enne e la raccolta andrà avanti sino a quanto non verrà avviata l'iniziativa ufficiale dove convoglieranno tutte le donazioni.


Anche l'associazione Aprilia Commercio ha fatto una donazione per il ragazzo aggredito. Sono stati raccolti già più di 500 euro, 59 cittadini hanno fatto la loro donazione. Aprilia ha sempre reagito con coraggio alle ingiustizie subite, lo ha fatto quando dei criminali rivolsero delle minacce di morte ai carabinieri, reagì quando anni fa, fu preso a sassate un giovane transessuale che camminava in strada: ci furono manifestazioni in piazza e momenti di confronto. La solidarietà è sempre stato uno dei valori su cui si è fondata la comunità locale dimostrandolo in vari modi. I carabinieri del Reparto Territoriale intanto proseguono con le indagine per cercare di dare nomi e volti all'aggressione subita al 18enne la scorsa settimana. Un fatto che non dovrà più ripetersi.
I 5 sospettati, studenti delle superiori, tra i 14 e i 16 anni, residenti nel quartiere Toscanini, fino ad oggi non hanno voluto parlare: difendono chi ha materialmente colpito alla testa la vittima e anche chi invece ha fatto i video poi girati, in modo virale, in rete. Non collaborano neanche le famiglie, e forse questo è l'elemento più preoccupante di tutta questa vicenda.

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