Benvenuto Bogdan, primo bimbo ucraino nato al Goretti di Latina

Benvenuto Bogdan, primo bimbo ucraino nato al Goretti di Latina
di Laura Pesino
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Domenica 27 Marzo 2022, 17:23

Bogdan Denis è venuto alla luce alle 18,49 di venerdì 25 marzo all'ospedale Santa Maria Goretti. Una luce di speranza per la mamma e una grande emozione per tutto il reparto. Bogdan è il primo bimbo ucraino nato a Latina, dopo che sua madre Marina, di 33 anni, è scappata dagli orrori della guerra due settimane fa affrontando, incinta e con altri due figli di sei e otto anni, un viaggio lunghissimo per mettere tutti in salvo. Suo padre invece, come molti altri uomini ucraini, è dovuto restare nel loro Paese e ora combatte in uno dei fronti di guerra.
Una vita sconvolta all'improvviso, il terrore dei bombardamenti, la paura di perdere tutto, la necessità di fuggire e ora il rimpianto che la nascita del terzo figlio sia dovuta avvenire lontano da casa, da tutti gli affetti e soprattutto da suo padre. Marina e i suoi bambini qui hanno raggiunto alcuni parenti, trovando ospitalità e sostegno in un appartamento a pochi passi dal centro della città. E proprio a Latina è nato con parto naturale il piccolo Bogdan, a 35 settimane e sei giorni. E' lievemente prematuro, ma come ci spiega la neonatologa del Goretti Giovanna Pontrelli, ha un buon peso, due chili e 760 grammi, ed è in buone condizioni di salute nonostante un leggero calo del peso a poche ore dalla nascita, del tutto fisiologico.
IL VIAGGIO
Il viaggio fino in Italia e le migliaia di chilometri percorsi, lo stress subito e la fatica, certamente hanno influito sul termine di questa gravidanza e la donna è arrivata in ospedale con pressione alta e rottura delle membrane prima del termine. Ma tutto è andato bene e tra la commozione e le lacrime venerdì sera Marina ha potuto abbracciare il suo piccolo, che ora sarà monitorato ancora per alcuni giorni dai medici del reparto di Neonatologia diretto dal professor Riccardo Lubrano. Ci saranno una serie di esami strumentali da fare, come spiega ancora la dottoressa Pontrelli, sia sulla donna che sul bambino.
LE DIFFICOLTÀ
La signora tra l'altro non parla italiano né inglese e non è stato possibile ricostruire la sua storia clinica. La comunicazione con i sanitari e gli infermieri dell'ospedale che la assistono è stata dunque particolarmente difficile, per lo più attraverso messaggi scritti sul cellulare e di volta in volta tradotti con Google.
Il parto del resto è avvenuto all'improvviso senza probabilmente dare la possibilità all'ospedale di richiedere per tempo la presenza di traduttori e mediatori culturali di lingua russa o ucraina. Intanto, madre e figlio sono stati immortalati insieme e la foto ha raggiunto il papà in Ucraina.
CONI, PORTE APERTE
Intanto si moltiplicano le iniziative a sostegno dei bimbi e dei ragazzi ucraini: riprendere in mano la vita sconvolta dalla guerra anche attraverso lo sport. Con questo obiettivo la delegata provinciale Coni di Latina, Alessia Gasbarroni, invita le famiglie pontine che ospitano i piccoli profughi a favorire la pratica sportiva come momento di aggregazione e inserimento nel nuovo contesto sociale. Lo stesso invito è rivolto alle associazioni sportive dilettantistiche ad accogliere gratuitamente gli atleti in erba ucraini, alimentando un passione che nel loro Paese sono stati purtroppo costretti ad abbandonare. O comunque iniziare, per i più piccoli, un primo percorso nel mondo sport come disciplina e pratica di vita quotidiana. Il contatto per le famiglie ospitanti e le associazioni sportive è l'indirizzo mail alessia.gasbarroni@gmail.com.
«Nel momento del bisogno dichiara Alessia Gasbarroni il territorio di Latina c'è. Voglio ringraziare tutte le associazioni che hanno dato, o daranno, la loro disponibilità. Hanno dimostrato di avere davvero un cuore grande nell'accogliere chi scappa dalla guerra, insieme alle famiglie ospitanti. Possiamo scrivere insieme una bella pagina di sport e di vita».

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