Barriere architettoniche finalmente Latina ha il piano per abbatterle

Barriere architettoniche finalmente Latina ha il piano per abbatterle
di Andrea Apruzzese
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Martedì 15 Marzo 2022, 11:33

Edifici non accessibili, percorsi troppo lunghi senza panchine, rampe di marciapiedi non corrispondenti. Sono solo alcune delle barriere architettoniche rilevate nel Piano di abbattimento, consegnato nei giorni scorsi al Comune di Latina dalla progettista incaricata, l'architetto Federica Caponera
UNA STORIA LUNGA ANNI
L'abbattimento delle barriere architettoniche è una storia di decenni: la prima legge regionale fu emanata nel 1986, ma le linee guida sono arrivate solo nel 2020. Nel frattempo, l'amministrazione di piazza del Popolo aveva iniziato a valutare da sé, fin dai tempi del sindaco Nino Corona. Negli ultimi anni, poi, l'accelerazione, con un questionario, con incontri con le categorie portatrici di interessi, e con l'incarico, legato anche alla pavimentazione della Ztl, all'architetto Fabrizio Vescovo, docente specializzato in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, per un primo lavoro sperimentale sulla ztl. In Comune, la competenza passa prima ai Lavori pubblici, poi all'Urbanistica. Nel frattempo, l'architetto incaricato non consegna il lavoro e in Comune solo «da più approfondite ricerche si apprendeva che in data 30 gennaio 2020 è deceduto il professore Fabrizio Vescovo».
Si trasferisce allora il suo incarico a una delle sue più strette collaboratrici, Federica Caponera, ampliandolo su tutto il territorio comunale: lei completa il lavoro e lo consegna il 2 marzo scorso. Intanto il Comune aveva ottenuto anche 10mila euro dalla Regione Lazio per la redazione del piano stesso, a patto di approvarlo e inviarlo entro 6 mesi dall'erogazione dei fondi per ottenere poi finanziamenti al 100% per i successivi lavori di eliminazione. Si tratta quindi di correre per dare il via libera entro giugno.
CRITICITA' INFINITE
Secondo la relazione dell'architetto Caponera, illustrata ieri in commissione Urbanistica, le criticità sono molte. «Abbiamo individuato in centro cinque percorsi, via Emanuele Filiberto, piazza del Popolo, via Diaz, corso della Repubblica, via Eugenio di Savoia, via Umberto I, fino a viale XXI Aprile. Non solo gli edifici non sono accessibili, ma anche i percorsi tra di essi a volte non lo sono: nella ztl non ci sono strutture completamente accessibili. Ci sono percorrenze troppo lunghe, anche 100 metri senza una panchina o un appoggio ischiatico, pavimentazione troppo liscia che non consente di avere percezione del piano di calpestio». Al lido, poi, «sugli stabilimenti, anche quelli dichiarati accessibili, alzo le mani: magari iniziano con una rampa, poi ci sono tre scalini; oppure le rampe sono troppo ripide; o ancora non arrivano fino al mare; i parcheggi sono troppo lontani; le rampe dei marciapiedi non corrispondono le une con le altre». Se il piano è ora pronto, occorreranno poi però fondi per i lavori di eliminazione. «Quello del Peba è un fatto innanzitutto culturale - esordisce il presidente della commissione, Emilio Ranieri - e l'obiettivo è costruire percorsi nuovi, rendendo Latina una città accessibile a tutti e a tutte: chiunque, indipendentemente dalle capacità fisiche, psichiche e sensoriali, deve poter avere accesso ai luoghi della nostra città. Non stiamo parlando solo di interventi specifici, che sono sempre importanti e che necessitano di progetti ben pensati e capaci di rispondere alle indicazioni dell'Universal design, ma di un impegno concreto con regole chiare e condivise, per tutti coloro che intervengono su suolo pubblico e privato».

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