Attentato alla Ciolfi, anche il Comune di Latina chiede di costituirsi parte civile

Attentato alla Ciolfi, anche il Comune di Latina chiede di costituirsi parte civile
di Elena Ganelli
2 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Luglio 2022, 11:32

Il gup del Tribunale di Latina Mario La Rosa è chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio di Gianni Mastrostefano, 44 anni di Latina e Valentino Mandrelli, 34 anni di Velletri accusati dell'incendio dell'auto dell'allora consigliera comunale di Lbc Maria Grazia Ciolfi. Al giudice sono state presentate tre richieste di costituzione di parte civile nel procedimento penale: la prima è quella della vittima che all'epoca dei fatti nel settembre 2019 aveva la delega alle Politiche ambientali, patrimoniali urbanistiche e produttive della Marina e ricopriva l'incarico di vice presidente della Commissione Governo del territorio e Lavori pubblici, assistita dall'avvocato Domenico Casillo. La seconda è quella del marito con l'avvocato Stefano Reali, la terza l'ha depositata il Comune di Latina con l'avvocato Francesco Cavalcanti.

La macchina di Maria Grazia Ciolfi venne data alle fiamme all'interno del condominio dove la donna vive con la famiglia il 12 settembre 2019. Le indagini condotte dai carabinieri del Comando provinciale sin da subito si erano orientate sull'origine dolosa del rogo e avevano portato a maggio 2020 all'arresto di Gianni Mastrostefano e Valentino Mandrelli, il primo quale mandante dell'attentato incendiario e chiamato a rispondere di minaccia a un pubblico ufficiale e danneggiamento a seguito di incendio mentre il secondo quale esecutore materiale accusato oltre ai primi due reati anche di violazione di domicilio. L'atto intimidatorio secondo gli investigatori aveva come finalità quella di indurre la consigliera a non sollecitare controlli presso il lotto sull'arenile di Latina, in via Valmontorio, di proprietà di Mastrostefano sul quale era stata realizzata una recinzione abusiva in paletti di legno e su cui era stata posizionata una roulotte in violazione alle norme vigenti. Si voleva insomma dissuadere la vittima affinché non influisse negativamente, in ragione degli incarichi ricoperti all'interno dell'amministrazione comunale, sulla pratica edilizia per la quale era stata presentata una Scia alla quale il Comune aveva risposto con una diffida dall'eseguire qualsiasi tipo di opera sulla spiaggia, in quanto in violazione del piano di utilizzazione dell'arenile comunale, poiché ricadente nell'area di rispetto dell'esistente impianto di depurazione. L'udienza è stata aggiornata all'8 luglio prossimo quando il gup La Rosa scioglierà la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile. Non è escluso che gli imputati facciano richiesta di essere giudicati con rito alternativo.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA