Alta diagnostica, numeri record al Goretti di Latina: superati i 35.000 esami

Alta diagnostica, numeri record al Goretti di Latina: superati i 35.000 esami
di Vittorio Buongiorno
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 10:01

Il Centro Alta Diagnostica è entrato in funzione al Santa Maria Goretti da un anno e mezzo. I macchinari acquistati e donati della Fondazione Sanità e ricerca, costola della Fondazione Roma, lavorano a pieno ritmo e sono stati utilissimi anche nell'affrontare i casi Covid rilasciando esami a una velocità prima impensabile. A fare un primo bilancio è l'avvocato Sebastiano Fidotti, vicepresidente della Fondazione Sanità e ricerca, delegato dal presidente Emanuele Emanuele a sbrogliare il caso Latina, dopo che il primo progetto era stato dichiarato non sostenibile. Lo ha fatto d'intesa con il sindaco Damiano Coletta coinvolgendo la Asl di Latina e la Sapienza Università di Roma decidentdo di destinare la donazione per potenziare la sanità pubblica a Latina.

A quanto ammontava la donazione?
«Circa 12 milioni di euro»
Ci ricorda quali macchinari sono stati donati al Goretti e per quale scopo?
«La Tac Force innanzitutto, è una macchina ad immagini innovativa. Quella arrivata al Goretti è il primo esemplare messo sul mercato da Siemens. E' rivoluzionaria perché effettua foto tridimensionali a colori con specifiche precise e con un bassissimo effetto radioattivo perché si fa in un secondo e quindi è utilizzabile anche con pazienti neonati. La Pet Tac, anche in questo caso il primo esemplare prodotto da Siemens è quello installato al Goretti. E' una macchina multifunzionale che effettua immagini polifunzionali con risultati eccezionali. C'è poi un Ecografo Sequoia per esami a pazienti complicati come i grandi obesi».

E poi c'è la Sala Ibrida.
«E' un gioiello dove a partire da aprile 2020 sono stati effettuati circa 500 interventi che richiedevano la presenza di più équipe. Si tratta di un intero comparto che comprende anche una sala operatoria e le camere connesse».
Qual è stato il beneficio per la Asl di Latina e alla sanità pubblica?
«Lo dico con i numeri. Da metà aprile al 15 settembre scorso la Tac Force ha effettuato 19.245 esami, con l'ecografo Sequoia 13.251, circa la Pet Tac circa 4 mila».
Numeri che vanno ben oltre il bacino di utenza della provincia di Latina.
«E' una sanità che ha attratto un gran numero di pazienti da fuori provincia e da altre regioni. Ha consentito di avviare collaborazioni con altre università, con la Scuola di medicina nucleare di Tor Vergata, con il corso formativo specialistico di Radioterapia ed Ematoologia complessa del Campus Biomedico, e in particolare per la Pet con il San Camillo per i pazienti oncologici affetti da tumori endocrini, oltre che con l'Università Federico II di Napoli, con il Cardarelli e con l'ateneo di Bari».
Uno dei motivi di critica maggiore alla rimodulazione del progetto ne metteva in dubbio le potenzialità di ricerca scientifica.
«Anche qui mi baso sui numeri. L'incremento degli studi e delle pubblicazioni effettuate a Latina è esponenziale. Dal 2011 al 2019 con i vecchi macchinari le pubblicazioni scientifiche erano state 35. Con le nuove macchine sono state già 22, per la precisione 14 nel 2020 e 9 nel primo semestre 2021. Parliamo di studi importanti, se consideriamo il fattore di impatto, ovvero l'indice che misura il numero di citazioni riportate dai singoli studi, le ricerche pontine si attestano tra l'8 e il 9».
Quinti la rimodulazione del progetto ha funzionato?
«Assolutamente sì. A noi interessava che la donazione fosse utile a Latina, alla gente, ai pazienti, che portasse sollievo e che consentisse agli ottimi professionisti del Goretti di lavorare al meglio. I numeri ci dicono la bontà del risultato. Avendo avuto dal professor Emanuele Emanuele il pieno mandato per affrontare il caso Latina e risolverlo, cosa di cui lo ringrazio, sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto insieme al sindaco Damiano Coletta».

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